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Manovra 2020, via libera della commissione: slitta a lunedì la fiducia sul maxiemendamento
Alcune novità dal vasto restyling alla Legge di Bilancio giunte con una pioggia di ritocchi approvati dalla commissione Bilancio del Senato in una lunga maratona di 14 ore, conclusasi ieri mattina

di MARCO MOBILI e MARCO ROGARI (dal Sole 24 Ore) – In collaborazione con Mimesi s.r.l.

Esclusione degli alberghi dal bonus facciate. Destinazione di 60 milioni per la manutenzione ordinaria di Venezia e di 50 milioni nel 2020 e altri 100 nel 2021 per le aree di crisi complessa, in primis quella di Taranto. Estensione a tutta Italia, anche nel biennio 2021-2022, della sperimentazione della “farmacia dei servizi” dove si potranno effettuare vari test (dalla glicemia a quelli per la gravidanza). Contratti di formazioni per altri mille specializzandi in medicina e una platea più ampia di precari da stabilizzare nel settore della sanità. Sono alcune delle novità del vasto restyling alla manovra con una pioggia di ritocchi approvati dalla commissione Bilancio del Senato in una lunga maratona di 14 ore, conclusasi ieri mattina, per consegnare il testo chiuso, con il mandato ai relatori, all’Aula di Palazzo Madama. Che però voterà la fiducia sul maxi-emendamento finale del Governo solo lunedì. Anche perché la Ragioneria generale dello Stato avrà bisogno di tempo per dare solidità al sistema di coperture di una fetta non trascurabile della lunga serie di emendamenti e sub-emendamenti che hanno ricevuto l’ok in Commissione e che presenterebbero un conto di almeno 500 milioni. E in questo arco di tempo si dovrebbe anche materializzare lo stralcio della Tobin tax sul trading perché non solo per colpa di un refuso votato con un prelievo dello 0,4% e non dello 0,04% come invece avrebbe dovuto proporre l’emendamento di Fdi, ma anche per i rischi negativi ipotizzati dagli operatori sul mercato dei contratti per differenza.

Tra i correttivi sotto la lente dei tecnici del Mef per verificare l’adeguatezza delle risorse necessarie, ci sarebbero quelli sui pensionamenti anticipati dei poligrafici, sui medici e alcune misure con ricaduta Inps. Tra gli altri nodi, anche quello della sincronia, per i vincoli sul delicato versante dei saldi, del percorso legislativo del decreto fiscale con quello del Ddl di bilancio. Il Dl è parte integrante della manovra, ed è, seppure blindato, all’esame del Senato e quindi ancora in attesa della definitiva conversione in legge. Allo stesso tempo,il Ddl è appena uscito dal primo passaggio in Commissione ed è in attesa di essere configurato, con le modifiche votate, in maxi-emendamento per ricevere il primo sì parlamentare, ma senza avere la certezza giuridica che la fetta dei saldi ai quali concorre il decreto fiscale restino invariati. Anche per questo motivo potrebbe spuntare nel passaggio a Palazzo Madama una clausola tecnico-legislativa di salvaguardia dei saldi stessi. Anche la questione tempi continua a provocare tensioni. Dopo lo slittamento del via libera del Senato a lunedì, la Conferenza dei capigruppo della Camera ha deciso di rinviare a martedì, anche per il pressing dell’opposizione, in particolare del presidente dei deputati di Fdi, Francesco Lollobrigida, la decisione sul calendario dei lavori senza definire quindi, la tabella di marcia, per l’approvazione della manovra che arriva blindata a Montecitorio.

Anche la Lega considera non rispettate le prerogative parlamentari e si prepara a una dura protesta, così come Forza Italia che nel passaggio a Montecitorio è pronta ad abbandonare l’Aula e ad appellarsi alla Consulta. Ma la maggioranza difende le scelte compiute in queste settimane. «Consegniamo all’aula una manovra di bilancio per il 2020 che consegue l’obiettivo ambizioso di tracciare una rotta nuova, scongiurando la Salvini tax al Paese, che avrebbe prodotto l’aumento dell’Iva, senza però rinunciare ad investire su sistema produttivo, lavoro, welfare ed enti locali», ha affermato Dario Stefano (Pd), uno dei relatori del provvedimento. Dopo il restyling del Senato, il testo si presenta con un impatto della plastic tax alleggerito di circa l’80% rispetto alla versione iniziale, con il prelievo ridotto a 45 centesimi al chilo e rinviato a luglio. Slitta anche la sugar tax, a ottobre, e viene quasi azzerata la stretta sulle auto aziendali. Arriva poi una Robin tax del 3,5% ma solo per i concessionari del trasporto: autostrade, porti, aeroporti e ferrovie. Rimane la detrazione Irpef del 19% per le spese sanitarie anche sopra i 120mila euro annui di reddito, l’iper e super ammortamento di “Industria 4.0” vengono trasformati in crediti d’imposta e sale al 20% la cosiddetta tassa sulla fortuna. Con le modifiche introdottte a Palazzo Madama per le bollette è stato posticipato al 2022 il mercato tutelato per l’energia (v. altro articolo a pag. 16) ed è stata legalizzata la cannabis light: sotto lo 0,5% di thc la canapa non sarà più considerata uno stupefacente.


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