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Pioggia di ritocchi sulla Manovra 2020, torna anche in ballo l'IMU della Chiesa
Un vero e proprio assalto alla diligenza, a colpi di 4.550 emendamenti, quello alla Legge di Bilancio: dall'alleggerimento di plastic e sugar tax, all'allentamento della stretta sulle auto aziendali

di MARCO MOBILI e MARCO ROGARI (dal Sole 24 Ore) – In collaborazione con Mimesi s.r.l.

Dall’alleggerimento di plastic e sugar tax, all’allentamento della stretta sulle auto aziendali e all’obbligo di pagamento dell’Imu per la Chiesa fino allo stop di Quota 100: è un vero assalto alla diligenza, a colpi di 4.550 emendamenti, quello alla manovra, colpita anche da un intenso “fuoco amico”. Sono infatti oltre 1.700 le proposte di modifica depositate dalla maggioranza in commissione Bilancio al Senato, alle quali vanno aggiunti i circa 250 ritocchi messe a punto dai ministeri. In tutto, dunque, 2000 correttivi, che equivalgono a oltre il 40% delle richieste di restyling piovute sulla Commissione. Con il Pd a giocarsi la palma del gruppo parlamentare più attivo: 921 gli emendamenti targati anche se il primato va a Forza Italia con 1.105 modifiche. Dal gruppo parlamentare dei democratici al Senato si fa comunque notare che l’elevato numero di proposte di correzione della manovra è «in linea» con gli anni passati ed è derivato anche dalla volontà di accogliere «le tante istanze venute dalle categorie».

Lo stesso ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri, che si dice non preoccupato del fiume di ritocchi, afferma che la manovra è «progressista e riduce le tasse» e conferma che cambieranno le misure su “plastica” e “auto”. A “Otto e mezzo” il ministro si dichiara ottimista sulla crescita 2020: potremo crescere «anche più» della stima dello 0,6%. I 921 correttivi del Pd sono in ogni caso più del doppio dei 435 depositati a Palazzo madama dai Cinque stelle. Altri 240 sono arrivati da Italia viva e circa 150 da Leu. Una massa imponente anche se, con tutta probabilità, come tutti gli anni la partita si giocherà su non più di 5/600 correttivi. Nel mirino della maggioranza soprattutto le tasse ambientali. Come annunciato, la posizione più netta è quella di Iv che chiede l’abolizione della plastic tax, così come della sugar tax e della stretta sulle auto aziendali in uso ai dipendenti. Sulla “plastica” il M5S non prevede una vera retromarcia e per rilanciare il tema della tutela dell’ambiente propone nuove misure incentivanti: anzitutto il vuoto a rendere con cauzione per gli imballaggi in vetro e per i contenitori in plastica, acciaio e alluminio. E inoltre il recupero degli imballaggi riutilizzabili nonché un ampliamento delle esenzioni dall’imposta come ad esempio per tutti i dispositivi monouso medico-sanitari e di protezione individuale. Al momento il testo del Ddl di bilancio prevede l’esenzione solo per le siringhe. Una modifica mirata arriva dal Pd con un emendamento (primo firmatario il capogruppo Andrea Marcucci) che punta a ridurre l’imposta di consumo da un euro a 80 centesimi il chilogrammo ampliando allo stesso tempo la gamma di manufatti esentati dalla plastic tax: vengono esclusi non solo i prodotti compostabili ma anche quelli che presentano una percentuale crescente nel triennio (dal 60% del 2020 all’80% del 2022) di materiale riciclabile.

A Palazzo Madama si riapre anche il dossier sulle auto aziendali. Con i Cinque stelle che chiedono incentivi per i produttori di auto ibride ed elettriche e il Pd che spinge per una stretta più soft con un fringe benefit sull’auto elettrica e ibrida in uso al dipendente del 15% (rispetto al 30% del testo attuale della manovra) e del 40% per tutti gli altri veicoli con un’emissione di monossido pari a 95 grammi per chilometro. Un primo punto di incontro è già stato trovato con l’applicazione delle nuove soglie solo ai contratti stipulati dal 1° gennaio 2020. Sulla sugar tax, che non è toccata da proposte di modifica dei Cinque stelle, Italia Viva chiede la soppressione del prelievo sulle bevande zuccherate mentre il Pd si limita a una revisione riducendo l’imposta da 10 a 8 euro per ettolitro e da 0,25 a 0,20 euro per chilogrammo. C’è anche la Flat tax a tenere banco. Dal M5S arriva la precompilata per le partite Iva in regime forfettario che utilizzano per tutte le loro operazioni la fattura elettronica e strumenti di tracciabilità con bonifici bancari o card. Un meccanismo che affida alle banche la liquidazione come sostituti dell’imposta del 15%. Sempre sul versante fiscale i 5S tornano alla carica con un emendamento che obbliga la Chiesa a pagare l’Imu sui suoi immobili adibiti a bar, ristoranti, alberghi e anche ospedali.I pentastellati chiedono poi l’Iva agevolata al 10% per profilattici maschili e femminili. I Cinque stelle continuano poi a difendere Quota 100, al centro degli emendamenti di Italia Viva e di Più Europa che ne prevedono l’abolizione. Sempre da Iv arrivano due correttivi per Venezia: una detrazione Irpef per le erogazioni liberali in favore della città lagunare e l’istituzione di un fondo da 50 milioni per impermeabilizzare Piazza San Marco. Nel pacchetto di Italia viva anche il ritorno dei voucher per il lavoro domestico e per quello accessorio. Molti gli emendamenti sugli affitti: il Pd sollecita l’aumento di 50 milioni il Fondo per il sostegno all’accesso alle abitazioni in locazione; i Cinque vogliono la proroga al 2020 della cedolare secca sui negozi.


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