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Emergenza maltempo, De Micheli: su Venezia poteri troppo frammentati
Il Consiglio dei ministri ha approvato ieri l'ordinanza che dichiara lo stato di emergenza per Venezia destinando i primi 20 milioni

di GIORGIO SANTILLI (dal Sole 24 Ore) – In collaborazione con Mimesi s.r.l.

Il Consiglio dei ministri ha approvato ieri l’ordinanza che dichiara lo stato di emergenza per Venezia destinando i primi 20 milioni. La ministra delle Infrastrutture, Paola De Micheli, spiega le prossime mosse del governo. «C’è anche – dice – la nomina a commissari per l’emergenza del sindaco Brugnaro per Venezia e del governatore Zaia per il resto della Regione, in attesa che siano loro stessi a indicare i nomi. Nei decreti successivi per l’emergenza comunque stiamo valutando l’eventuale posticipo di tutte le scadenze fiscali nazionali almeno alla fine dell’anno, oltre a fare scattare alcuni meccanismi che non sono legislativi ma oggetto di accordi tra il Governo e alcune associazioni, nello specifico, la sospensione dei mutui che fa parte di un protocollo di intesa sottoscritto tra Protezione civile e Abi. Altre misure emergenziali saranno prese dal Capo della Protezione Civile e dal commissario, non appena nominato cioè domani mattina». Poi c’è tutta la parte dell’intervento ordinario per Venezia. «È un tema – dice la ministra – di cui mi stavo occupando già da prima.

È un dossier composto da un aspetto organizzativo e di competenze da rivedere. Noi abbiamo un provveditore che ha acquisito nel 2014, dopo lo scandalo, le competenze del Magistrato alle Acque. Poi abbiamo il porto con le competenze ordinarie. Poi abbiamo il Mose e abbiamo il consorzio Venezia nuova che lo costruisce. Una dinamica di poteri diversificati e frammentati: una delle prime questioni che ho affrontato appena arrivata al ministero è proprio la revisione degli equilibri di potere di questi enti. Ho fatto le nomine del provveditore che arriva nei prossimi giorni e del commissario straordinario del Mose per cui ho indicato Elisabetta Spitz. Inoltro alla Prefettura di Roma il nome per il Consorzio Venezia Nuova, mentre la discussione sulla modifiche delle competenze, che ovviamente richiederanno una legge, si farà al Comitatone convocato per il 26 pomeriggio a Roma. Altro punto, «va ripresa in carico e attualizzata la legge speciale su Venezia». Rispetto a quella legge speciale, «le ultime due leggi di bilancio assegnano 26 milioni all’anno per Venezia. Il decreto è stato firmato dal presidente del consiglio la scorsa settimana, quindi lontano dall’emergenza. In questi giorni, , conclusi i controlli di rito, lo mandiamo alla Corte dei conti». «Quella per Venezia è una legge speciale perché dal 1966, cioè dall’ultimo evento straordinario come questo, si era capito che Venezia aveva bisogno di interventi particolari. Venezia ha un problema idraulico, che non è solo legato al Mose e alle maree, ma è un problema idraulico legato a problemi di tutti i giorni, alla gestione delle fogne, alla ripulitura dell’acqua, agli scarichi. Su quel fronte, noi lavoreremo nel Comitatone per fare una programmazione e stabilire eventuali rifinanziamento delle norme della legge speciale su Venezia».

Altra questione, le grandi navi. «Io- dice De Micheli – preferisco concentrarmi intanto su una soluzione temporanea che riduca e risolva il problema. Togliamo quindi da San Marco i passaggi delle grandi e grandissime navi, quindi sopra i 240 metri, tra i 240 e i 340 che sono quelle di stazza maggiore. Anche perché, per trovare una soluzione definitiva al problema bisogna poi avere chiaro cosa facciamo della Marittima». La Marittima «è un’altra grande opera fatta a Venezia, progettata per la croceristica degli anni ’90. Le nuove grandi navi progettate oggi non potrebbero raggiungere la Marittima. In una delle successive riunioni del Comitatone ne discuteremo come già annunicato a Venezia 15 giorni fa».


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