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Per la Manovra 2020 un carico record di 74 provvedimenti attuativi
Il numero è quasi doppio rispetto a quello con cui approdò in Parlamento la Legge di Bilancio dello scorso anno ed è destinato a moltiplicarsi con l'approvazione definitiva

di ANTONELLO CHERCHI (dal Sole 24 Ore) – In collaborazione con Mimesi s.r.l.

La Manovra muove i primi passi in Parlamento e guarda già ai supplementari. Non solo perché molte norme non entreranno in vigore dal primo gennaio ma avranno una decorrenza differita, come il taglio al cuneo che partirà a luglio o la tassa sulla plastica con debutto ad aprile. Ma perché mentre maggioranza e opposizione si preparano alla battaglia sui possibili correttivi al testo, il Ddl di Bilancio entra al Senato, dove ha iniziato mercoledì il suo iter, con un bagaglio record di 74 provvedimenti attuativi. Senza i quali molte misure portanti non potranno essere pienamente operative. Lo stock arriva quasi a doppiare i numeri dello scorso anno quando la manovra giallo-verde entrò alle Camere appena con una quarantina di decreti attuativi. Un peso che sarà inevitabilmente destinato a crescere con l’approvazione definitiva del disegno di legge, arricchito dagli emendamenti in Parlamento. Basti pensare che alla fine del suo iter, la scorsa legge di bilancio è entrata in vigore quadruplicando il carico di provvedimenti applicativi (161).
Il secondo tempo della manovra dunque si preannuncia tutto in salita. A partire dalla contestata plastic tax, che una volta trovata la quadra sul prelievo, dovrà essere attuata entro febbraio con un provvedimento interdirettoriale delle Agenzie Entrate-Dogane (dalle modalità di versamento fino alla trasmissione telematica dei dati di contabilità). Stessa sorte per la sugar tax, che avrà bisogno di un decreto dell’Economia sempre entro febbraio. Entro il 30 aprile poi il Mef dovrà fissare le regole per il rimborso premiale per i pagamenti cashless tramite Pos.

E senza decreti del ministero dell’Economia, che dovranno arrivare entro marzo prossimo, non potrà essere operativo il pacchetto Green new deal che istituisce un fondo da 1,4 miliardi nei prossimi due anni per la concessione di garanzie (onerose e nella misura massima dell’80%) ai programmi con obiettivi verdi, dalla decarbonizzazione all’economia circolare e prevede tra l’altro la partecipazione indiretta in strumenti di equity. Così come avrà bisogno di un Dm dello Sviluppo economico, da emanare entro febbraio, la norma che prevede un credito d’imposta triennale al 10% sugli investimenti verdi delle imprese. Ma anche per il fondo investimenti in ottica ambientale della Pa centrale sarà necessario un decreto del Presidente del consiglio dei ministri. Così come gli investimenti degli enti territoriali, che hanno un corredo nutrito di una decina di decreti attuativi, compreso quello per la costruzione di nuovi asili nido. Ma anche per far decollare il piano pluriennale per la rinascita urbana ci sarà bisogno di un decreto delle Infrastrutture, che dovrà vedere la luce in due mesi. Entro il 31 marzo invece dovrà essere disciplinata con un Dpcm la norma per il rafforzamento della clausola del 34% per gli investimenti al Sud . Mentre entro febbraio la nuova Agenzia nazionale per la ricerca dovrà dotarsi di uno statuto per poter diventare operativa.

Ma il Ddl di bilancio rimanda anche a provvedimenti legislativi collegati, tra cui la disciplina degli interventi per il taglio al cuneo fiscale e l’attuazione delle misure a valere sul nuovo fondo per la disabilità.


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