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“Semplificazioni e innovazione porteranno risorse agli Enti locali”
Alcune dichiarazioni di rilievo dalla VIII Conferenza IFEL verso la Legge di Bilancio 2020

“Voglio ringraziare IFEL e ANCI, perché in questo anno e mezzo che sono al Ministero dell’Economia abbiamo fatto un lavoro prezioso e approfondito che ha aiutato tutta l’attività di Governo. Tutto questo ci ha consentito di arrivare alla nuova manovra con una serie di lavori frutto di un intenso lavoro condiviso. Il tema della riscossione, delle notifiche digitali rappresentano cambiamenti epocali. Chiedo al mondo delle Autonomie di aiutarci, perché queste innovazioni ci permetteranno di risparmiare parecchie risorse e di reinvestirle sul territorio”. Queste le dichiarazioni del viceministro dell’Economia e delle Finanze, Laura Castelli, a margine dell’ottava Conferenza finanza-economia locale di ANCI e IFEL svoltasi nella giornata di ieri.

Conferenza IFEL: le dichiarazioni del viceministro Castelli

“Per la condivisione che c’è stata, ritengo che le norme che abbiamo inserito nel Decreto Fiscale e quelle che inseriremo in Manovra, troveranno l’apprezzamento degli Enti locali. Prevediamo sostegno in termini di innovazione, di investimenti, i dati relativi alla “norma Spagna”, ad esempio sono molti positivi, e quindi la riprogrammiamo. Su IMU-TASI abbiamo lavorato per concludere il processo di unificazione che chiedevate da molto tempo. Nella Legge di Bilancio ci sarà una parte dedicata agli Enti locali, portando avanti la riforma del Testo Unico degli Enti Locali”.
Sul tema delle fusioni – prosegue la Castelli – nel Decreto Fiscale c’è il rifinanziamento del fondo fino ad arrivare al numero di fusioni richieste, era una questione tecnica. C’è un dibattito parlamentare in corso per valutare se è il caso di migliorare ulteriormente le regole.  Riguardo alle assunzioni dobbiamo completare il lavoro in Conferenza Stato-Città, in collaborazione con Funzione Pubblica. L’idea di superare il turnover e andare su un parametro che fosse vincolato alle entrate ha avuto un apprezzamento positivo”.
“Vorrei sia chiaro che non tagliamo risorse agli Enti locali, nel Decreto Fiscale troverete le semplificazioni che vogliono valorizzare realmente l’autonomia dei Comuni, in quella di Bilancio ci sarà un capitolo dedicato agli enti locali dove ci saranno, tra l’altro, le norme per la riforma della riscossione locale, volte a potenziare le capacità finanziarie degli Enti, oltre alla nuova IMU-TASI e all’accorpamento di tributi minori.  L’obiettivo è quello di trovarci con meno problemi e con più soluzioni, anche per questo il vostro sostegno è indispensabile”.

La ripresa della contribuzione erariale per gli investimenti locali

Tra i punti di rilievo su cui si è discusso nella giornata di ieri durante la Conferenza della Fondazione IFEL emerge anche la ripresa della contribuzione erariale per gli investimenti locali come fattore decisivo per il rilancio del settore in tutto il territorio nazionale. In tale direzione è necessario razionalizzare il sistema di finanziamento su base pluriennale per orientare un congruo ammontare di risorse verso specifiche priorità ed obiettivi, come la messa in sicurezza territoriale e immobiliare, la conversione ecologica e l’economia circolare.
La Legge di Bilancio 2020 egli orizzonti di ripresa degli investimenti pubblici sono stati d’altronde temi centrali nell’appuntamento di ieri. Durante la Conferenza Andrea Ferri, Responsabile del Dipartimento Finanza locale, ha ricordato come i Comuni abbiano garantito un contributo straordinario e sproporzionato al risanamento dei conti pubblici con 12,5 mld di euro tra tagli e restrizioni finanziarie (2011-15), con un contributo all’aggiustamento dei conti pari a oltre 9 mld (soli Comuni) e a 12,5 mld (enti locali), su un totale di 25 mld. “La riforma contabile – ha ricordato Ferri – congela 4,5 mld nel Fondo crediti dubbia esigibilità (FCDE) e pretende molti e gravosi adempimenti per i Comuni che incidono sulla spesa pubblica per il 7,4%, con un onere del debito molto elevato perché dipende da tassi fissi di oltre 15 anni fa: in media paghiamo il 4,5% (su 37,7 mld), mentre lo Stato emette titoli all’1%”.
“A partire dal 2011 – ha chiarito Ferri – i Comuni riducono costantemente lo stock del proprio debito: circa 11 miliardi in meno (da 48,6 a 37,7), dal 2,6% nel 2011 all’1,6% nel 2018 sul totale PA. Rimane però da Nord a Sud molto elevata l’incidenza del costo sui bilanci di molti Comuni, rendendo ulteriormente difficile la tenuta degli equilibri di parte corrente. Da molto tempo l’Anci sottopone invano a Governo e Parlamento la necessità di ripartire i costi del debito in misura più equa tra Stato e Comuni, i quali subiscono attualmente un tasso medio (4,5% circa) ben più alto rispetto ai tassi medi all’emissione dello Stato (1,1%). Nel complesso l’incidenza mediana del costo sostenuto dai Comuni per il debito contratto si attesta sul 9% della spesa corrente, con una diffusione piuttosto omogenea nelle diverse aree del Paese. L’analisi evidenzia un onere particolarmente elevato a carico dei Comuni più piccoli, costretti anche per questo motivo a scontare un eccessivo grado di rigidità dei propri bilanci”.
In questi anni, inoltre, hanno fortemente inciso sulle casse comunali la scarsa semplificazione degli adempimenti e «operazioni verità» su argomenti molto delicati, che amplificano le sofferenze non risolte, come le penali sui ritardi sui debiti commerciali e l’avvio della regolamentazione di ARERA sui rifiuti, nonché le riduzioni di personale generalizzate, accentuate da quota 100, che hanno impedito il ricambio generazionale in uffici critici, riduzione pari al 16% negli ultimi 8 anni. Non ultima una riforma del sistema di riscossione locale.

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