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Reddito di cittadinanza, al via le regole per i Comuni sui lavori "di pubblica utilità"
Sono 943mila i nuclei beneficiari di reddito e pensione di cittadinanza che coinvolgono complessivamente 2,3 milioni di persone, residenti in prevalenza nelle regioni del Sud e nelle Isole (1,5 milioni), seguono le regioni del Nord (493mila) e quelle del Centro (315mila)

di GIORGIO POGLIOTTI (dal Sole 24 Ore) – In collaborazione con Mimesi s.r.l.

Sono 943mila i nuclei beneficiari di reddito e pensione di cittadinanza che coinvolgono complessivamente 2,3 milioni di persone, residenti in prevalenza nelle regioni del Sud e nelle Isole (1,5 milioni), seguono le regioni del Nord (493mila) e quelle del Centro (315mila). Tra i percettori in 825mila hanno avuto riconosciuto il reddito e 118mila la pensione di cittadinanza. Il bilancio tracciato dall’Inps allo scorso 8 ottobre della misura decollata a fine aprile evidenzia una diffusione pari al 72,5% rispetto all’obiettivo fissato dal governo che prevedeva a regime 1,3 milioni di nuclei interessati, con circa 800 milioni di risparmi attesi dall’istituto guidato da Pasquale Tridico a fine anno. In totale 1,5 milioni di nuclei hanno presentato una domanda all’Inps, di queste 982 mila sono state accolte, 126 mila sono in lavorazione e 415 mila sono state respinte o cancellate. Si arriva alla cifra di 943mila percettori perché da aprile ad inizio ottobre 39mila nuclei sono decaduti dal diritto per motivi come la variazione congiunta della composizione e della situazione economica del nucleo (48%), la variazione della composizione del nucleo ad eccezione di nascita e morte (37%), variazione della situazione reddituale del nucleo (10%) e rinuncia del beneficiario (5%). Si tratta in realtà di un bilancio quantitativo, visto che dal punto di vista qualitativo siamo ancora alla “fase 1”, ovvero al pagamento del sussidio e stenta a decollare la cosiddetta “fase 2” delle politiche attive del lavoro: finora solo in 200mila sono stati contattati dai centri per l’impiego, quasi un terzo non si è presentato, meno di 70mila sono i colloqui effettuati e meno di 50mila i patti per il lavoro sottoscritti.

Un segnale però arriva dal decreto firmato ieri dal ministro del Lavoro, Nunzia Catalfo, concertato con i Comuni, sull’attivazione dei lavori di pubblica utilità che i beneficiari di Rdc dovranno svolgere presso il comune di residenza in ambito culturale, sociale, artistico, ambientale, formativo. I nuclei beneficiari, come detto, sono concentrati al Sud e nelle Isole, che rappresentano il 61% delle prestazioni erogate, seguono le regioni del Nord con il 24% e quelle del Centro con il 15%. Più della metà dei nuclei percettori di reddito e pensione di cittadinanza(il 54%) si trova in quattro regioni: Campania (19% delle prestazioni erogate), Sicilia (17%), il Lazio e la Puglia (9%). L’importo medio mensile erogato è di 482 euro, ma si distribuisce diversamente a livello regionale, con il Sud e le Isole che fanno registrare somme superiori del 7% rispetto alle medie nazionali mentre al Centro e al Nord si rilevano cifre inferiori, rispettivamente, del 7% e del 14%. In media per il reddito di cittadinanza l’importo erogato ammonta a 520 euro, e per la pensione di cittadinanza a 215 euro. Quanto poi alla distribuzione tra i nuclei, il 68% incassa un importo mensile sotto i 600 euro (di questi quasi 200mila nuclei hanno meno di 200 euro) mentre l’1% ha un importo che mensilmente supera i 1.200 euro. La classe con maggiore densità media è quella dei nuclei con un solo componente che percepiscono un importo mensile tra 400 e 600 euro (281 mila). Oltre il 59% dei nuclei è composto da una o due persone, mentre l’età media dei componenti è di 36,2 anni.

Tra i beneficiari ci sono 199mila nuclei con disabili. Il 34% delle famiglie che hanno il reddito o la pensione di cittadinanza in precedenza hanno percepito almeno una mensilità di Rei: il 92% di questi nuclei ha riconosciuto un importo medio del Rdc superiore di circa 358 euro rispetto a quello del reddito di inclusione. La prestazione nel 90% dei casi è erogata ad un italiano, nel 6% ad un extracomunitario (a giorni si attende il decreto interministeriale che esclude alcuni Paesi dalle procedure onerose sulla documentazione reddituale da presentare), nel 3% ad un cittadino europeo e
nell’1% a familiari dei casi precedenti.


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