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Parte il Milleperiferie: per costruire una piattaforma di interconnessione tra progetti di rigenerazione urbana
445 Comuni in rete e 120 progetti per la messa in sicurezza delle periferie italiane

Prende il via dal quartiere palermitano di Borgo Nuovo, con il patrocinio della Presidenza del Consiglio, del Comune di Palermo e dell’Associazione dei Comuni, “Milleperiferie”, il progetto ideato e diretto da I World e promosso da ANCI Sicilia, che si propone di mettere in rete enti pubblici e soggetti privati per condividere idee e iniziative di riqualificazione delle periferie secondo una visione condivisa. Il tutto partendo dai 120 progetti finanziati dallo Stato con il “Bando Periferie”: oltre 2.100 interventi in 445 Comuni italiani, con una previsione di investimenti superiori ai 2 miliardi di Euro.
Obiettivo di “Milleperiferie” è quello di costruire una piattaforma di interconnessione di questi progetti, strutturare un unico, grande programma nazionale per la riqualificazione, anziché tanti progetti sconnessi tra loro e privi di una visione di sistema. Un network che consentirà l’attivazione di scambi di esperienze, pianificazioni comuni, relazioni tra comunità e operatori delle aree periferiche, analisi di best practice, azioni di comunicazione congiunta e tanto altro, per arrivare alla strutturazione di un “Osservatorio delle Periferie”.

La rete Milleperiferie si struttura come una piattaforma che opera online e si qualifica come un vero e proprio e-cluster al servizio degli operatori pubblico-privati. Sempre nell’ambito del progetto si attiverà anche l’Osservatorio nazionale delle periferie, con il fine di animare il dialogo propositivo sulle tematiche di sviluppo urbano dei prossimi anni. L’Osservatorio avrà infatti il ruolo di elaborare il manifesto Milleperiferie e formulare e sostenere l’attuazione di programmi di riqualificazione, rigenerazione e ricentralizzazione degli ambiti urbani. Nello specifico, promuove la nascita di nuovi strumenti e opportunità, tra cui: la “Strategia Nazionale Aree Periferiche” (SNAP), in parallelo con quella delle Aree interne, da implementare nella programmazione comunitaria 2021-2027 e in grado di attuare gli obiettivi dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite puntando sulla creazione di città inclusive, sicure, sostenibili in grado di avviare nuovi processi di sviluppo integrato.

In apertura dei lavori – ai cui hanno portato le esperienze scaturite dal bando periferie i sindaci di Cuneo Federico Borgna, di Macerata Romano Carancini, di Pesaro Matteo Ricci oltre all’assessore all’Urbanistica di Taranto Augusto Ressa e al responsabile del progetto AxTo del Comune di Torino, Valter Cavallaro – è intervenuto il presidente dell’ANCI e sindaco di Bari, Antonio Decaro. “Parliamo di periferia e lo facciamo da una periferia, Borgo Nuovo, quartiere di Palermo. Mi sembra giusto. Lo facciamo da una scuola. E mi sembra doppiamente giusto: dove dovremmo parlare di futuro se non dove ci sono i ragazzi?  Il bando periferie è stato il primo grande investimento dello Stato – 2 miliardi e 100 milioni, non ricordo misure per le città altrettanto finanziate – per superare la filosofia che ha fatto nascere tanti quartieri satellite. Le periferie, appunto. Quel bando – ha spiegato Decaro – nonostante il travaglio di un anno fa quando si è cercato di sospendere il finanziamento e solo la nostra battaglia, la battaglia dei sindaci, l’ha impedito, è una grande misura. Ma non è grande soltanto dal punto di vista dei numeri. È una misura importante, che noi vorremmo diventasse stabile perché ricuce non solo con le infrastrutture, ma anche sotto il profilo sociale”. Ce n’è un gran bisogno. E Decaro spiega perché. “Gli italiani non si fidano gli uni degli altri, l’ha rivelato un’indagine Demos di qualche tempo fa. Ma dove si partecipa alla vita sociale della propria città, la fiducia aumenta. Il bando periferie punta a quello, a dotare le città di spazi di socializzazione, a rafforzare la rete sociale che tiene unita ogni città. Per questo penso che il cantiere non sia solo un’opera pubblica, con la sua direzione lavori, gli esecutivi, la manutenzione. Un cantiere ha a che fare con la felicità delle persone. Ed è in difesa di quella felicità, che noi abbiamo vinto la battaglia per non perdere i fondi. Non abbiamo vinto elencando le voci di un capitolato di gara, ma raccontando di che cosa si stava privando le nostre città. Abbiamo vinto perché abbiamo parlato della dignità e del rispetto che i nostri concittadini meritano. Qualche anno fa, incontrando il Papa che ci ha dato la soddisfazione di dirci che il nostro lavoro ha dimensione spirituale. Il Papa ha detto: ‘Non è il momento di alzare la torre, ma quello di allargare la piazza’. Noi abbiamo fatto nostra questa immagine: ci battiamo per allargare la piazza, per far crescere, attraverso quella piazza, attraverso gli spazi pubblici, i legami urbani. Per combattere la sfiducia negli altri. Questo è il Paese in cui voglio vivere”, ha chiosato il presidente dell’ANCI.


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