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Decreto Fiscale, nuove risorse per fusioni di Comuni: le dichiarazioni dell’ANCI
Disponibile lo Schema di decreto legge recante disposizioni urgenti in materia fiscale e per esigenze indifferibili

Il Decreto Fiscale in fase di stesura in queste ore rifinanzierà le fusioni di Comuni: sono state, infatti, individuate le risorse necessarie a incrementare il fondo per gli incentivi agli enti fusi in misura tale da garantire a tutti i nuovi Comuni le somme già previste. La misura riguarderà non solo l’annualità 2020 e quelle successive, ma ci sarà un adeguamento al rialzo anche degli stanziamenti relativi al 2019 per i Comuni già fusi. Riportiamo di seguito, in collaborazione con Mimesi s.r.l., l’articolo pubblicato sul Sole 24 Ore di questa mattina, nel quale è proposta una sintesi dei contenuti del provvedimento (Schema di decreto legge recante disposizioni urgenti in materia fiscale e per esigenze indifferibili) che, lo ricordiamo, opera in sinergia con la Legge di Bilancio:

Risorse insufficienti

Una vera e propria boccata d’ossigeno per i nuovi Comuni nati da processi di fusione alle prese con contributi statali insufficienti rispetto al fabbisogno e all’obiettivo di assegnare l’incentivo pieno a tutti. Problema emerso a giugno nel corso della conferenza Stato-città chiamata a esprimere il parere sullo schema di decreto del ministro dell’Interno su modalità e termini per ripartire e attribuire i contributi spettanti nel 2019. La diminuzione delle risorse messe a disposizione è stata poi certificata dal Viminale, in occasione del riparto delle risorse, appunto: si trattava complessivamente di 46,5 milioni, insufficienti a coprire l’intero importo stabilito dalla legge.

Gli incentivi spettanti

Dal 2018, ai Comuni risultanti da fusione spetta – per un periodo massimo di dieci anni – un contributo pari al 60% (era il 40 nel 2016 e 50 per il 2017) dei trasferimenti erariali attributi per il 2010 a ciascun Comune, nel limite massimo di 2 milioni per ciascuna fusione. La quantificazione del contributo annuale assegnato a ciascun ente deriva dai fondi stanziati e dal numero di essi che ogni anno ne hanno diritto, ed è garantita entro il tetto dei fondi a disposizione. Per erogare gli incentivi la legge ha previsto un fondo di 30 milioni (all’interno del fondo di 60 milioni di euro annui, destinato per la restante parte alle Unioni) aumentato di 10 milioni l’anno dalla legge di bilancio per il 2018. Con il decreto 27 aprile 2018 il Viminale, nel definire i criteri di riparto in vigore dal 2018, ha stabilito che qualora le richieste di contributo erariale risultino superiori al fondo stanziato, nella determinazione del trasferimento viene data priorità alle fusioni o incorporazioni aventi maggiori anzianità. In pratica viene assegnato un coefficiente di maggiorazione del 4% per le fusioni con anzianità di contributo di un anno, incrementato del 4% per ogni anno di anzianità. Diversamente, nel caso in cui le richieste di contributo erariale risultino inferiori al fondo stanziato, le disponibilità eccedenti sono ripartite a favore degli stessi enti, in base alla popolazione e al numero dei comuni originari.

Le risorse dei Comuni non si toccano

Ora lo sblocco delle risorse nel Decreto Fiscale lascia tirare un sospiro di sollievo ai Comuni ma non tranquillizza del tutto gli animi. “È giusto evitare l’aumento dell’Iva in un Paese che vuole ripartire e far ripartire i consumi. Non è giusto invece mettere le mani nelle tasche dei sindaci. Se saranno toccati i nostri fondi abbiamo deciso di scendere in piazza”, dice il presidente dell’ANCI Antonio Decaro, a Cagliari per l’assemblea dell’associazione, aggiungendo di avere avuto rassicurazione dal viceministro dell’Economia Antonio Misiani e dalla sottosegretaria Laura Castelli sul fatto che le risorse dei Comuni non saranno toccate.

>> QUI DISPONIBILE IL TESTO PROVVISORIO DEL DECRETO FISCALE.


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