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Il ddl sull'autonomia tra i collegati alla Manovra. Investimenti, 50 mld
L'autonomia differenziata si farà: la conferma arriva dalla Nota di aggiornamento al Def 2019

di FRANCESCO CERISANO (dal Sole 24 Ore) – In collaborazione con Mimesi s.r.l.

L’autonomia differenziata si farà. La conferma arriva dalla Nota di aggiornamento al Documento di economia e finanza 2019 varata lunedì dal Consiglio dei ministri che inserisce il disegno di legge sull’attuazione dell’autonomia differenziata tra i 23 ddl collegati alla Manovra 2020-2022. La devoluzione di ulteriori forme di autonomia alle regioni dovrà garantire «l’eliminazione delle diseguaglianze economiche e sociali» nonché raccordare amministrazioni centrali e regioni, per ridurre il contenzioso costituzionale. Come più volte auspicato dal ministro per gli affari regionali Francesco Boccia, dovranno essere salvaguardati i principi di coesione nazionale e solidarietà e dovranno essere definiti i livelli essenziali delle prestazioni in modo da «evitare di aggravare il divario tra il Nord e il Sud del Paese».

La Nadef mette inoltre nero su bianco l’impegno, già preso dal presidente del consiglio Giuseppe Conte nel suo discorso alle Camere, a rivedere il Testo unico sugli enti locali, introducendo un’Agenda urbana per lo sviluppo sostenibile delle città, delle città metropolitane e di Roma Capitale. Nel piano di riforme sugli enti locali troveranno posto anche la soppressione degli enti inutili e l’attuazione della legge per la valorizzazione dei piccoli comuni. Sul piano delle risorse, l’esecutivo conferma il sostegno agli investimenti locali, già iniziato con la Manovra 2019. Verranno istituiti due nuovi Fondi di investimento, assegnati a Stato ed enti territoriali, per un ammontare complessivo di 50 miliardi su un orizzonte temporale di 15 anni. Le risorse stanziate (50 miliardi in 15 anni) saranno assegnate per attivare progetti di rigenerazione urbana, riconversione energetica e incentivo all’utilizzo di fonti rinnovabili. «Tale impegno», precisa comunque la Nota di aggiornamento al Def, «non sarà comunque perseguito a discapito della realizzazione degli interventi necessari alla tutela del territorio». Il governo rassicura inoltre l’Europa sul Codice appalti.

Gli strumenti di flessibilità, introdotti nella normativa italiana dal decreto sblocca cantieri (dl 32/2019) per velocizzare le procedure e semplificare gli oneri documentali, dovranno rispettare le direttive europee. Chiaro riferimento alla recente sentenza della Corte di giustizia Ue che ha dichiarato illegittime le disposizioni del Codice appalti che limitano il ricorso al subappalto a una percentuale massima (del 30 o del 40%, come recentemente innalzata dal dl Sblocca cantieri). Le misure introdotte dal decreto, si legge nella Nadef, «saranno oggetto di costante monitoraggio per verificarne il concreto impatto» sulla velocizzazione delle procedure e al contempo sulla prevenzione della corruzione e delle infiltrazioni della criminalità organizzata. In arrivo anche interventi sul Testo unico sull’edilizia che andranno nella direzione della sostenibilità ambientale delle costruzioni e della riduzione del consumo del suolo


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