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Reddito di cittadinanza, avvio in 3 fasi per le verifiche e i piani dei Comuni
Via alla "fase due" del reddito di cittadinanza: entrano a regime gli impegni che il decreto legge 4/2019 impone agli Enti locali

di AMEDEO DI FILIPPO (dal Sole 24 Ore) – In collaborazione con Mimesi s.r.l.

Con l’avvio delle convocazioni dei beneficiari da parte dei centri per l’impiego è iniziata la «fase due» del reddito di cittadinanza ed entrano a regime gli impegni che il Dl 4/2019 impone ai Comuni. Il primo è il controllo dei requisiti di residenza e soggiorno. Gli enti saranno poi impegnati nell’elaborazione, attraverso la «valutazione multidimensionale», dei Patti per l’inclusione sociale (Pis) quando i bisogni dei nuclei familiari non sono connessi alla sola situazione lavorativa. All’interno dei patti dovranno trovare spazio i progetti utili alla collettività (Puc), tramite i quali i beneficiari metteranno a disposizione da otto a sedici ore settimanali. Il decreto ha istituito al ministero del Lavoro il «Sistema informativo del Reddito di cittadinanza», in cui operano una sezione Anpal, per il coordinamento dei centri per l’impiego, e una presso lo stesso ministero, per il coordinamento dei Comuni. Mentre per la prima è stata rilasciata l’applicazione web «Gestione del Reddito di Cittadinanza», tramite cui i centri avviano al percorso di inserimento i beneficiari del reddito, per la seconda è stata messa on line la «Piattaforma GePI», che i Comuni dovranno utilizzare per le verifiche dei requisiti anagrafici dei beneficiari, i Pis e i Puc.

A maggio il ministero ha chiesto a ogni ambito territoriale di indicare il soggetto da accreditare come «Amministratore», abilitato a sua volta ad accreditare sulla Piattaforma, su indicazione dei Comuni, gli operatori autorizzati a svolgere i seguenti ruoli: ● «Coordinatore per il Patto per l’Inclusione Sociale», che assegna ai case manager i nuclei familiari beneficiari; ● «Case Manager per il Patto per l’Inclusione Sociale», che costituisce la figura di riferimento e compila le schede dell’analisi preliminare, del quadro di analisi e del Pis e accompagna la famiglia in tutto il percorso; ● «Coordinatore per i controlli anagrafici», che assegna ai responsabili dei controlli anagrafici l’elenco dei beneficiari per i quali verificare i requisiti di residenza e soggiorno, pianificando il loro lavoro; ● «Responsabile per i controlli anagrafici», che effettua materialmente la verifica dei requisiti di residenza e soggiorno. L’utilizzo della piattaforma sarà disciplinato da un decreto ministeriale in corso di approvazione. Non sono per questo resi ancora disponibili i dati relativi ai beneficiari, ma gli amministratori di ambito possono avviare l’accreditamento degli utenti individuati dai Comuni per lo svolgimento delle funzioni di competenza. Il ministero ha da poco trasmesso ai Comuni le Linee guida per l’accreditamento alla Piattaforma GePI, che illustrano il processo e le modalità con cui si potranno accreditare gli utenti degli ambiti territoriali e dei Comuni. Oltre ai ruoli identificati a maggio, il documento prevede il «Super Utente», un soggetto individuato dal ministero quale amministratore generale di sistema che può accreditare e profilare tutti gli altri ruoli.

Il processo di assegnazione dei ruoli prevede tre fasi: accreditamento degli amministratori di ambito; indicazione degli utenti dei Comuni, con sottoscrizione della convenzione col ministero per regolare l’accesso alla Piattaforma e il trattamento dei dati; accreditamento degli utenti dei Comuni per abilitarli ai ruoli di coordinatore per il Pis, case manager, coordinatore e responsabile per i controlli anagrafici. Il ministero ha anche predisposto la convenzione che disciplina i rapporti con i singoli Comuni o soggetti associativi, per regolare l’accesso alla Piattaforma GePI e mediante la quale mette a disposizione l’elenco dei beneficiari che devono essere convocati per la stipula dei Pis, gli elementi identificativi per la verifica dei requisiti di residenza e soggiorno, le informazioni necessarie per a gestione dei Puc. I Comuni o i soggetti associativi potranno così accedere alla Piattaforma, raccogliere le informazioni derivanti dall’utilizzo degli strumenti per la valutazione e la progettazione dei Pis e designare, quale responsabile del trattamento dei dati personali per gli aspetti di sicurezza, il ministero del lavoro che garantisce la sicurezza del sistema con apposite misure tecniche.


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