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Svimez: il Sud scivola verso la recessione
Pil 2019 in calo dello -0,3%: rispetto al Centro-Nord cala il lavoro a tempo indeterminato

di CARMINE FOTINA (dal Sole 24 Ore) – In collaborazione con Mimesi s.r.l.

Archiviati quattro anni con segno positivo il Mezzogiorno nel 2019 è destinato a entrare in recessione. Le anticipazioni del rapporto annuale della Svimez, mai troppo rosee sullo stato di salute dell’economia meridionale, descrivono in questa edizione un quadro, se possibile, ancora più critico. Nel 2018 il Sud ha fatto registrare una crescita dello 0,6%, quest’anno invece il Pil andrà in territorio negativo (-0,3%) mentre il Centro-Nord crescerà dello 0,3, portando il dato italiano alla stagnazione dello 0,1%.

Pesano il calo dei consumi delle famiglie e della Pubblica Amministrazione e la diminuzione degli investimenti in macchinari legata alla fine della spinta degli incentivi di industria 4.0. In particolare l’indebolimento della domanda interna è da ricondurre alla dinamica occupazionale nettamente divaricata tra le due macroaree. Tra la metà del 2018 e il primo trimestre 2019 l’occupazione cresce, anche se di poco, al Centro-Nord (+48mila occupati, +0,3%) mentre al Mezzogiorno si registra un calo di 107mila unità (-1,7%). «Peggiora nel contempo la qualità dell’occupazione, mostrando un impatto molto diverso del decreto dignità nelle due ripartizioni», sottolinea il direttore della Svimez Luca Bianchi. Negli ultimi tre trimestri il lavoro a tempo indeterminato cresce di 54mila unità al Nord e diminuisce di 84mila nel Mezzogiorno dove aumentano invece il tempo determinato e il part time involontario. Il gap di occupati rispetto al Centro-Nord, misurato dalla Svimez in rapporto a tasso di occupazione e popolazione, si aggira intorno a 2,9 milioni di persone.
Le anticipazioni del rapporto Svimez che verrà presentato in autunno – dopo aver esaminato il nuovo aumento degli emigrati dal Mezzogiorno e l’aumento dei divari sui cosiddetti diritti di cittadinanza (dai servizi sanitari all’edilizia scolastica) – forniscono una simulazione sull’impatto dell’eventuale aumento dell’Iva.

Se non fosse disinnescata, la clausola per l’aumento Iva avrebbe un impatto sui consumi maggiore al Sud, abbattendone il Pil dello 0,4% rispetto al calo dello 0,3 al Centro-Nord. A livello nazionale, il calo dello 0,33 annullerebbe completamente – secondo questa simulazione – l’effetto positivo, pari anch’esso a 3 decimi di punto percentuale, che nel 2019 deriverà dal reddito di cittadinanza.
L’analisi della Svimez quest’anno arriva pochi giorni dopo l’incontro tra governo e parti sociali dedicato, in vista della manovra, proprio a possibili misure di supporto per il Mezzogiorno. Interventi che, secondo il progetto politico del Movimento Cinque Stelle, dovrebbero in qualche modo bilanciare – anche mediaticamente – l’impatto sugli equilibri nazionali delle discusse autonomie regionali al Nord. Per la Svimez presieduta da Adriano Giannola «a soluzioni per parti», come l’autonomia differenziata o un’ipotetica riduzione dei salari al Sud, vanno preferite «politiche integrate per il rilancio degli investimenti pubblici».


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