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Infiltrazione mafiosa all'interno degli Enti locali: scioglimento
Sintesi della sentenza del Consiglio di Stato, Sez. V, 18 luglio 2019, n. 5077

Segnaliamo la recentissima sentenza del Consiglio di Stato, Sez. V, datata 18 luglio 2019, n. 5077 in tema di infiltrazione mafiosa all’interno degli Enti locali.
L’eccezionalità della misura dissolutoria quale extrema ratio del nostro ordinamento democratico contro la minaccia mafiosa, confermata a livello sistematico dalla recente introduzione dell’art. 7-bis dell’art. 143 del TUEL ad opera del d.l. n. 113 del 2018, convertita in legge n. 132/2018, affermano i giudici amministrativi, è giustificata dalla grave, integrale, non altrimenti rimediabile, compromissione degli organi di governo dell’Ente con le cosche mafiose in misura tale da determinare l’alterazione del procedimento di formazione della volontà degli organi elettivi ed amministrativi e da compromettere il buon andamento e l’imparzialità dell’amministrazione comunale nonché il regolare funzionamento dei servizi ad essa affidati.
Anche nella sua più recente giurisprudenza, il Consiglio di Stato ha osservato che il condizionamento può rilevare come fattore funzionale, allorquando, le cosche incidono sulla gestione amministrativa dell’Ente, ricevendone sicuri vantaggi, e solo una valutazione complessiva, contestualizzata anche sul piano territoriale, può condurre ad un appropriato esame della delibera di scioglimento, quale tutela avanzata approntata dall’ordinamento giuridico, in virtù di una valutazione degli elementi, posti a base della delibera, che costituisca bilanciata sintesi e mai mera sommatoria dei singoli elementi stessi.

>> CONSULTA IL TESTO DELLA SENTENZA DEL CONSIGLIO DI STATO.


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