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La Lega rilancia sulle Province
La cifra di 6 miliardi, ambiziosissima, è scritta nel censimento del fabbisogno per strade, ponti e scuole presentato ieri mattina alla «Strategia Italia»

di GIANNI TROVATI (dal Sole 24 Ore) – In collaborazione con Mimesi s.r.l.

6 miliardi abbondanti per gli investimenti delle Province. La cifra, ambiziosissima, è scritta nel censimento del fabbisogno per strade, ponti e scuole presentato ieri mattina alla «Strategia Italia», la cabina di regia sugli investimenti pubblici di Palazzo Chigi. Ed è divisa così: 2,5 miliardi per mettere in sicurezza le strade, altrettanti per le scuole superiori, e 1,3 miliardi per ponti, viadotti e gallerie.

Messa così, sarebbe l’ennesimo elenco della spesa presentato da Province e Città metropolitane per ripartire dopo la paralisi seguita ai tagli che hanno accompagnato la riforma Delrio. Ma ieri mattina le cifre non si sono fermate sul tavolo della Sala Verde di Palazzo Chigi. Matteo Salvini, reduce dall’ennesimo scontro interno al governo sull’autonomia differenziata, le ha subito rilanciate su Facebook, che oggi può valere almeno quanto una sede istituzionale, collegandole alla prossima manovra: «C’è già un piano – ha detto il vicepremier leghista -. Facciamo: l’Italia ha bisogno di sbloccare, non di no, di stop, di dubbi. Stiamo preparando una manovra economica che di questo parla». Il messaggio, è ovvio, è per ora più politico che operativo. E rappresenta la prima risposta leghista alla frenata Cinque Stelle sull’autonomia differenziata. Ingoiato l’ennesimo stop, il leader leghista sceglie di rilanciare con un altro tema indigesto per l’alleato: le Province. Enti «da abolire» secondo Di Maio, che alla vigilia del voto europeo aveva tranciato di netto le ipotesi di riforma costruite al tavolo tecnico-politico al Viminale in cui Lega e Cinque Stelle lavorano alla riscrittura degli ordinamenti degli enti locali. Nelle bozze era spuntato il rafforzamento pieno delle Province, con il ritorno all’elezione diretta di consiglieri e presidenti accompagnato da una drastica sfoltitura di agenzie e altri enti intermedi. L’idea aveva fatto infuriare il capo politico M5s. Ma ieri Salvini è tornato a calpestare esattamente lo stesso terreno: «La bufala delle Province ha moltiplicato i costi e centri di spesa – ha spiegato – e su questo stiamo lavorando: lo dico anche a qualche amico del M5s che ha dei dubbi alla Renzi». «Abbiamo aspettato anche troppo – rilancia a stretto giro dal Viminale il sottosegretario Stefano Candiani, plenipotenziario leghista al tavolo sulla riforma degli enti locali -. Ora basta perdere tempo». Dal canto loro gli amministratori provinciali sono pronti a incassare il sostegno di Salvini, attenti ai fondi più che agli ordinamenti: «Bene il piano sugli investimenti – risponde il presidente Upi Michele de Pascale -; noi siamo pronti e abbiamo i progetti cantierabili». Il quadro di finanza pubblica indica però che bisognerà aspettare ancora.

Il calendario operativo, invece, vede il via libera del decreto MISE che disciplina i 500 milioni ai Comuni per i piccoli investimenti in risparmio energetico e mobilità sostenibile. Per non perdere il contributo, entro fine ottobre i sindaci dovranno inviare il Codice di progetto (Codice gara per i lavori) e la data di avvio dei lavori, che coincide con l’aggiudicazione definitiva del contratto


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