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Comuni in dissesto, cresce l'allarme
Un comunicato di ANCI Lombardia illustra la situazione degli Enti locali in difficoltà nel nostro Paese (alla luce del Rapporto Ca' Foscari sui Comuni)

Mediante comunicato datato 10 luglio 2019 l’ANCI Lombardia rende noto che sono 75 i Comuni italiani che nel 2018 hanno dichiarato difficoltà finanziarie; sono state attivate 45 procedure di riequlibrio e 30 dissesti. Numeri allarmanti, purtroppo in linea con quelli registrati nel 2017 e nel triennio. A rivelarlo è l’indagine “Rapporto Ca’ Foscari sui Comuni”: tra il 2014 e il 2018 273 i Comuni avevano dichiarato difficoltà finanziarie tanto da avviare in 126 casi la procedura di dissesto. Di fronte a quale sfida si trovano, dunque, gli amministratori locali? Spiega il viceministro dell’Economia Laura Castelli: “Siamo in una fase cruciale per far partire un tavolo di confronto sulle procedure di risanamento degli Enti Locali, in modo che la proposta di riforma possa essere condivisa con tutti gli attori coinvolti. Gli amministratori vanno responsabilizzati e non crocifissi”.

Un problema di governance

C’è anche un ulteriore elemento che rende difficile la gestione dei municipi. Marcello Degni, docente a Ca’ Foscari, spiega: “L’effetto dei tagli sul percorso di federalismo fiscale delineato dalla legge 42 del 2009 è stato devastante: gli istituti fondamentali di quel disegno ne escono svuotati o stravolti”. Da qui la necessità di individuare nuovi modelli di governance del territorio, innovazione sociale e partecipazione, nella prospettiva della co-creazione. Possibili strade? La creazione di presupposti per una governance equilibrata e virtuosa, che comprenda garanzia di autonomia impositiva, capacità di riscossione delle entrate e crescita delle competenze (sblocco del turn over, formazione permanente, rescaling dimensionale). E poi, interventi per rafforzare le capacità dei comuni, con attività formative e di sostegno costante, modificare la disciplina del dissesto, favorendo meccanismi più efficaci/efficienti di controllo e risanamento, che assicurino, tra l’altro, tempi certi (per i debitori, gli amministratori e i cittadini) e un’attività di monitoraggio costante delle finanze dei Comuni.

Tante situazioni aperte, poche risolte

A rappresentare un problema ancora maggiore è il fatto che delle tante procedure aperte, ben poche arrivano a conclusione. Dati alla mano, nell’ultimo quinquennio (2014-2018) sono 273 i Comuni che hanno dichiarato difficoltà finanziarie tanto da avviare in 126 casi la procedura di dissesto, una media di 25 nuovi casi/anno rispetto ai 12 casi/anno del quinquennio precedente, e in 225 quella di pre-dissesto (riequilibrio): di questi ultimi ben 78 (35%) sono poi transitati al dissesto nel periodo considerato. I Comuni che hanno attualmente in corso una procedura, comprese quelle aperte prima del 2014, sono 379, al lordo dei (pochi) riequilibri chiusi e dei dissesti antecedenti il 2013 ancora aperti.

I casi più seri concentrati al Sud

Si conferma, anche in questo contesto, il divario Nord-Sud: di circa il 10% di Comuni che hanno visto nel periodo situazioni di criticità ci sono Regioni (soprattutto al Nord) che non ne hanno nessuno e casi come la Calabria, Campania e Sicilia, che ne hanno più di un terzo.


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