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Reddito di cittadinanza: l’impatto sul sistema dei servizi
Quadro normativo, ruoli coinvolti e profili gestionali-organizzativi: tutte le informazioni da conoscere su questa innovazione normativa

È ufficialmente operativo da più di un mese il Reddito di cittadinanza, lo strumento fortemente voluto dall’Esecutivo giallo-verde, che rappresenta un’innovazione normativa di grandissima importanza. Con il suo richiamo all’universalismo incondizionato, infatti, il Reddito di cittadinanza conduce con sé un’ampia ventata di novità nell’ordinamento italiano. Rivolto ad una platea molto ampia (alcune stime arrivano a parlare di quasi 5 milioni di persone), questo strumento si configura come una misura ambiziosa e, non ultimo, particolarmente impegnativa sul piano politico e finanziario. Gli attori coinvolti sono numerosi: i servizi sociali in primis, l’INPS, l’ANPAL, i servizi demografici, i servizi territoriali per l’impiego, il terzo settore, e via dicendo.
Per approfondire l’importante tema, Formazione Maggioli presenta il convegno della durata di una giornata denominato “Reddito di cittadinanza: l’impatto sul sistema dei servizi”. Il convegno, che si terrà a Bologna il prossimo 12 giugno 2019 dalle ore alle 10.30 alle ore 16 (tutte le informazioni qui), affronta il tema in tutte le sue relazioni e complessità, allo scopo di illustrare il quadro giuridico di riferimento e di evidenziare i passaggi logici per comprenderne il funzionamento.
L’iniziativa si aprirà con una sessione plenaria di inquadramento normativo, alla quale faranno seguito tre workshop operativi paralleli rivolti agli Enti istituzionalmente coinvolti e relative figure professionali, ovvero:
–  assistenti sociali dei servizi territoriali;
–  navigator e Centri per l’impiego;
–  Amministrazioni, per gli adempimenti relativi alla trasmissione dei dati al Casellario dell’Assistenza (ora SIUSS) e, più in generale, per i profili connessi alla collaborazione interistituzionale.

I dati sulle domande effettuate

Secondo la definizione coniata dal Governo incarica (l’Esecutivo che ha posto l’approvazione del Reddito di cittadinanza come elemento imprescindibile all’interno del percorso della legislatura attuale, il Reddito di cittadinanza (qui il portale dedicato) aiuta il cittadino a formarsi e a trovare lavoro permettendogli così di integrare il reddito familiare. Il Reddito di cittadinanza ha inoltre l’obiettivo di migliorare l’incontro tra domanda e offerta di lavoro, aumentare l’occupazione e contrastare la povertà e le disuguaglianze.
Ricordiamo che pochi giorni sono stati resi noti i dati relativi alle richieste giunte per fruire del Reddito di cittadinanza. I dati, diffusi dal Ministero del Lavoro e dall’INPS si configurano come segue:
Sono 1.016.977 le domande di reddito di cittadinanza presentate alla data del 30 aprile: in poco meno di due mesi dall’apertura della possibilità di inviare le richieste (dal 6 marzo).
La Campania è la regione che ha fatto registrare il maggior numero di richieste, 172.175, seguita dalla Sicilia, con 161.383 domande. Superiori alle 90mila le richieste arrivate nel Lazio, in Puglia e in Lombardia, che occupano rispettivamente la terza, quarta e quinta posizione del ranking regionale. Dalle prime tre regioni è arrivato il 44% delle richieste.
Le Regioni con il minor numero di domande sono invece la Valle D’Aosta (1.333), il Trentino Alto Adige (3.695) e il Molise (6.388).
Fra i vari canali a disposizione per la presentazione, i CAF risultano quelli preferiti dai richiedenti, con 748.742 domande, seguiti dalla Poste, con 232.642 richieste e dai patronati, tramite i quali sono state presentate 35.593 domande. Guardando poi la carta d’identità dei richiedenti spiccano gli over 40, con il 60% di domande presentate, seguiti dai 25-40enni (22,4%) e dagli ultra 67enni (14,5%). Dagli under 25 sono arrivate invece poco più del 3 per cento delle richieste.

Cosa comporta per i Comuni

Cosa comporta per i Comuni l’introduzione di questo strumento? Per comprenderlo con precisione segnaliamo la nota di lettura ANCI del 29 marzo 2019.
In rapida sintesi, l’Associazione dei Comuni evidenzia che i compiti dei Comuni legati al Reddito di cittadinanza sono quelli di:
– verificare i requisiti di soggiorno e residenza dei richiedenti la misura (residenza in Italia da almeno 10 anni di cui gli ultimi due in modo continuativo);
– convocare i richiedenti con bisogni complessi entro 30 gg dal riconoscimento del beneficio;
– effettuare la valutazione multidimensionale e predisporre il Patto per l’Inclusione Sociale;
– attivare i progetti di presa in carico sociale anche dei beneficiari che sottoscrivono il Patto per il lavoro ove opportuno e richiesto;
– entro 6 mesi dell’entrata in vigore del decreto predisporre i progetti di utilità sociale per tutti i beneficiari che abbiano sottoscritto i Patto per il lavoro e/o il Patto per l’inclusione sociale (max 8 ore settimanali);
– alimentare le banche dati previste nel decreto;
– segnalare le informazioni sui fatti suscettibili di dar luogo a sanzioni o alla decadenza del beneficio.

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FORMAZIONE MAGGIOLI

Reddito di cittadinanza: l’impatto sul sistema dei servizi

BOLOGNA, 12 GIUGNO 2019


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