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Investimenti locali, il rilancio passa dalle Province 
Ottimi i dati più recenti sul funzionamento delle Province, depositarie di un invidiabile "patrimonio di competenze tecniche e capacità progettuale"

Di GUSTAVO PIGA e GAETANO SCOGNAMIGLIO (dal Sole 24 Ore) – In collaborazione con Mimesi s.r.l.

Le Province, date troppo presto per defunte dopo la riforma Delrio del 2014, stanno dimostrando, nonostante le vicissitudini di questi ultimi anni, di essere rimaste fortunatamente un importante riferimento istituzionale e di continuare a svolgere un ruolo insostituibile, soprattutto rispetto ai temi sui quali esercitano funzioni proprie, come la mobilità e la viabilità, l’edilizia scolastica e la gestione del territorio.

Lo dimostrano alcuni dati Cresme sulla spesa per investimenti nel settore pubblico e sull’andamento dei bandi di gara di opere pubbliche. Nel 2018, la spesa per investimenti è aumentata del 6,4% nelle Province e nei Comuni, a fronte di una contrazione complessiva di circa il 2% nell’insieme dei comparti della pubblica amministrazione. Per quanto riguarda invece i bandi e gli avvisi nel settore delle opere pubbliche, le Province e le città metropolitane nel 2018 hanno pubblicato 1.850 avvisi pubblici per un valore di oltre 1,2 miliardi di euro e nei primi due mesi del 2019 si registra un incremento del 16% nel numero di bandi pubblicati e del 133% nel loro importo. La rinnovata vivacità delle Province emerge anche su due ulteriori fronti cruciali: quello della progettazione delle opere e quello dell’utilizzo delle tecnologie: nell’ambito della discussione sul Decreto Sblocca Cantieri, l’UPI ha di recente inviato al Governo un elenco di 1.712 progetti immediatamente cantierabili, in materia di sicurezza stradale, per un fabbisogno totale 2,5 miliardi. Non solo, secondo una recente indagine di Promo PA Fondazione e JAGGAER le stazioni uniche appaltanti provinciali (SUA) hanno mantenuto una buona capacità di appaltare e il 76% di esse utilizza tecnologie informatiche per la gestione del ciclo di gara, contro una media del 58% delle altre tipologie di Enti, a conferma di una certa dinamicità in fase di gara ma anche in fase di esecuzione e gestione dei contratti.

Questi risultati sono possibili poiché nelle Province esiste tuttora, come confermato dalla ricerca condotta dall’Università di Tor Vergata e da Promo Pa Fondazione per l’Accademia delle Autonomie, un altro elemento indispensabile per dare il via ai cantieri, cioè un patrimonio di competenze tecniche e di capacità progettuale che non è facile replicare in altri enti e su cui occorre anzi investire, per non aggravare i tagli già pesantissimi subiti negli ultimi anni ma per favorire un processo di rafforzamento delle competenze che può consentire alle Province di esercitare un ruolo prezioso di coordinamento e assistenza a livello di area vasta, nella progettazione, realizzazione e monitoraggio delle opere. Rimanendo sempre in attesa del decreto per la qualificazione delle stazioni appaltanti, auspicato dalla stessa OCSE nel recente rapporto sull’Italia rimane sempre vero che il combinato disposto di una buona capacità di progettazione, risorse professionali adeguate e una chiara propensione all’utilizzo di strumenti e tecnologie fanno delle Province un interlocutore affidabile che può concorrere a spendere bene le poche risorse oggi disponibili, per poter procedere rapidamente con le gare e accelerare la fase di aggiudicazione.


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