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"Subito aiuti su dissesti finanziari e Piccoli Comuni"
Intervista al viceministro con delega ufficiale alla finanza locale, Laura Castelli

di GIANNI TROVATI (dal Sole 24 Ore) – In collaborazione con Mimesi s.r.l.

«Sulla riforma del dissesto stiamo andando avanti veloci, nel confronto con tutti gli attori del sistema. Con Stefano Candiani (sottosegretario leghista al Viminale, ndr) puntiamo a depositare entro giugno il collegato alla Manovra. È uno dei modi in cui vogliamo ricominciare ad aiutare i sindaci, perché bisogna ricostruire una pace fra Governo e Comuni. Anche perché se andiamo avanti senza intervenire nessuno sarà più disponibile a fare il sindaco». Laura Castelli (M5S) ha appena ricevuto la delega ufficiale sulla finanza locale insieme alla nomina a viceministra. La settimana scorsa ha scritto una lettera aperta alla Corte dei conti chiedendo una «interpretazione univoca» sulla sentenza 18/2019 con cui la Consulta ha bocciato i ripiani in 30 anni dell’extra-deficit.

Non è una mossa quantomeno inusuale?

L’ho fatto perché conosco l’importanza della Corte, a cui ho chiesto di aiutarci a trovare la soluzione migliore. Penso che un confronto rispettoso dell’autonomia dei magistrati possa fare solo bene. Più volte ho sottolineato il problema delle interpretazioni differenti delle sezioni regionali, che non consentono un’azione serena agli amministratori per rendere i migliori servizi ai cittadini. Da qui la mia richiesta di aiuto.

La vicenda è un’altra conferma dei problemi che ha il sistema attuale di dissesto e pre-dissesto. Come pensate di intervenire?

Ogni confronto pubblico mi conferma che il modello migliore è offerto dalla possibilità di cucire su ogni Comune in difficoltà un vestito su misura.

Ma non c’è il rischio di replicare un’ingerenza eccessiva della politica nella gestione degli enti in crisi?

Nessuno vuole dire che a cucire il vestito sia la politica. Il piani di riequilibrio andranno costruiti con la presenza autorevole e sostanziale della Corte dei conti, nell’ottica del controllo collaborativo. Abbiamo l’obiettivo comune di tenere i conti in ordine. Ma la storia del pre-dissesto mostra che, se la crisi è grave, non può essere gestita con regole uguali per tutti.

L’altra emergenza è quella della contabilità economica nei Piccoli Comuni. Come la affrontate?

Il percorso di trasparenza condiviso con la Ue non può essere interrotto, e anche i piccoli enti devono poter fornire i dati necessari alla rappresentazione autentica dello stato economico-patrimoniale del Paese. Ma in settimana troveremo la soluzione che eviti problemi ai rendiconti. Sappiamo che qua e là si fanno avanti società private offrendo la contabilità pre-confezionata. Un’altra conferma che serve una semplificazione urgente.

L’ANCI chiede anche ricorrendo al TAR il ristoro dei 563 milioni della spending 2014.

Sono la prima a dire che i tagli di Renzi hanno fatto male agli enti locali, ma la finanza pubblica non ha i margini per risolvere tutto subito. Intanto abbiamo stabilizzato il fondo Imu-Tasi fino al 2032, permettendo la programmazione, abbiamo messo in moto le anticipazioni extra e stiamo accelerando le rate del fondo di solidarietà.

Conferma l’addio al turnover nel decreto crescita?

Sì. Il turnover è un sistema arcaico, e abbiamo bisogno di offrire personale nuovo e giovane ai Comuni. Il nuovo sistema regolerà gli spazi per le assunzioni in base alle entrate da tributi, tariffe e trasferimenti. Partiamo da un dato medio intorno al 23%, e ci confronteremo con enti e sindacati per modulare i coefficienti nel modo migliore, differenziandoli per fascia demografica. Secondo i nostri calcoli la riforma permetterà 40mila assunzioni in più.


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