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Reddito di cittadinanza/1, si parte oggi con le richieste: tutti i nodi
Emergono criticità sulla figura del navigator: Regioni, assunzioni a rischio caos

Oggi è il grande giorno del Reddito di cittadinanza: si apre ufficialmente oggi infatti la possibilità di effettuare la richiesta per l’ottenimento del reddito. Caf e Poste si attendono un grande afflusso di persone, e il Ministero del Lavoro ha ricordato ieri che “non c’è un criterio temporale per l’ammissione delle domande, c’è tempo fino al 31 marzo per ottenere il sussidio a fine aprile”.

Nel frattempo permangono diverse e rilevanti perplessità sulla figura del navigator, l’elemento chiave dell’intero progetto, quello deputato alla messa in contatto del fruitore del Reddito di cittadinanza e le offerte di lavoro presenti sul mercato. Parlando in audizione dinnanzi alle commissioni riunite Lavoro e Affari Sociali della Camera dei deputati sulla conversione in legge del “decretone” che istituisce Reddito di cittadinanza e “quota 100”, Cristina Grieco, coordinatrice della commissione lavoro della Conferenza delle Regioni, ha espresso la propria contrarietà rispetto alle attuali modalità di assunzione dei navigator. Secondo la coordinatrice, l’ipotesi avanzata dal ministro Luigi Di Maio circa l’immissione di 4.500 navigator precari nei Centri per l’impiego – rispetto ai 6000 previsti nel testo attuale – provocherebbe in ogni caso il “caos” negli uffici. “Vi sarebbero persone selezionate senza un concorso, migliaia e migliaia di precari, e anche da un punto di vista organizzativo non sarebbe sopportabile”, ha spiegato Grieco.

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Sulle assunzioni dei navigator rimane un problema di competenze “sul quale non possiamo arretrare”, ha aggiunto. Secondo Grieco l’assunzione di “masse di precari” senza concorso presenterebbe un “problema enorme di stabilizzazione” e inoltre creerebbe un dualismo tra gli operatori dei centri per l’impiego e i navigator“, e insieme “un dualismo tra gli utenti, con la fila dei poveri che vanno dai navigator e gli altri. Insomma “si creerebbe un dualismo tra operatori dei centri, di serie A, e navigator, di serie B, e di conseguenza degli utenti”. Ma i centri per impiego – ha concluso – devono dare un servizio universale”. Insomma ci si potrebbe trovar di fronte ad un “esercito di precari che entrerebbe nei nostri centri con enormi problemi organizzativi”. Grieco ha posto infine il problema delle banche dati: “se i dati non saranno in interconnessione tutta la macchina si bloccherà”.

“Noi non chiediamo altro che il rispetto delle nostre prerogative e delle nostre competenze costituzionali” ha proseguito la rappresentante delle regioni, “la contrattualizzazione di navigator presso i nostri centri senza una nostra intesa vede tutte le regioni in modo compatto assolutamente contrarie“. “Invece di riempire i centri per l’impiego di precari – ha riferito Grieco – abbiamo chiesto al Ministro che potessimo essere noi a fare subito i concorsi, così come prevede la Costituzione, e ad assumere a tempo determinato in una logica di stabilizzazione al termine dei due anni”.

“L’emendamento al decretone prevede il parere delle Regioni, invece” ha proseguito l’assessore toscano “ci vuole l’intesa, oppure un accordo su un testo che possa essere accettato dalle Regioni. La previsione di un semplice parere la consideriamo inaccettabile ed “anche un po’ offensiva. Abbiamo bisogno poi di una norma per superare i vincoli assunzionali, una norma per le stabilizzazioni, qualcosa che ci permetta di scorrere le graduatorie e soprattutto una norma per semplificare le procedure assunzionali, altrimenti ci vogliono 6-8 mesi per fare un concorso. Così realisticamente in 3 mesi riusciremmo a rafforzare in modo tempestivo i centri. Poi servono coperture per spese di funzionamento che non ci sono“.“Non ci vogliamo mettere di traverso, però il caos che si creerebbe negli uffici con persone inserite senza una procedura non sarebbe sopportabile”. Grieco ricorda che la “proposta di mediazione” delle regioni prevedeva che “una parte di questi 6 mila contrattualizzati da ANPAL fosse inquadrata con mansioni di assistenza tecnica per le regioni che hanno bisogno nell’immediato nella fase emergenziale“. Le regioni che “invece sono in grado di fare da sole devono avere il diritto di poterlo fare”, sottolinea. “Vorremmo, in tutta la logica di leale collaborazione con il governo, che siano rispettate le competenze. Chiediamo che l’emendamento sia cambiato da parere in intesa: se trovassimo l’accordo con una condivisione totale potrebbe essere accettato”; altrimenti le Regioni sarebbero costrette a fare ricorso avverso.

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