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Codice appalti, nel decreto legge subappalti e commissari straordinari
Parte la nuova riforma, operazione in due fasi: ieri sì del Cdm al Ddl delega, il Dl la settimana prossima

di GIORGIO SANTILLI (dal Sole 24 Ore) – In collaborazione con Mimesi s.r.l.

Progettazione semplificata (solo definitiva e non più esecutiva) per tutte le manutenzioni ordinarie e parte delle manutenzioni straordinarie, eliminazione dell’obbligo di indicazione della terna dei subappaltatori da parte delle imprese già in fase di offerta di gara, rimodulazione della norma sull’esclusione delle offerte anomale, eliminazione del sorteggio per individuare le imprese da invitare in gara e conferma dell’utilizzo di commissari straordinari dove siano necessarie accelerazioni procedurali o sblocco di procedure incagliate su singole opere. Sono questi i primi contenuti del decreto legge di riforma urgente del codice degli appalti che il Ministero delle Infrastrutture sta mettendo a punto e che il governo dovrebbe varare la prossima settimana. Ieri il ministro Toninelli ha avuto modo di verificare queste prime indicazioni anche al tavolo che ha avviato al Ministero delle infrastrutture con una delegazione dei parlamentari di Lega e Cinquestelle. Fin qui le norme “rapide” che dovrebbero entrare in vigore subito dopo l’approvazione. Ma ieri all’esame del Consiglio dei ministri è tornato anche il provvedimento “lento”, il disegno di legge delega che dovrebbe varare una riforma complessiva del codice.

Il Ddl attribuisce al governo due anni di tempo per completare la riforma dei contratti pubblici anche se nei giorni scorsi il premier Conte ha detto di voler approvare il decreto legislativo di esercizio della delega in tempi molto più rapidi. La prima fase sarà comunque quella dell’approvazione parlamentare per cui si pensa a una corsia accelerata. Resta il rischio – sottolineato nei giorni scorsi dai sindacati e dal presidente dell’Anac, Raffaele Cantone – che un percorso di riforma troppo lungo non favorisca affatto una ripresa del settore. Anche per questo il governo ha alla fine deciso di varare il decreto legge.

L’obiettivo del Ddl è semplificare le norme, «non solo nei settori ordinari e speciali ma anche di difesa e sicurezza». La delega, si legge nella bozza della relazione, «mira a promuovere discrezionalità e la responsabilità delle stazioni appaltanti» e rendere più efficienti e tempestive le procedure, per «ridurre e rendere certi i tempi di realizzazione delle opere pubbliche». I decreti legislativi attuativi della delega sui contratti pubblici sono adottati entro un anno dalla data di entrata in vigore della legge, acquisendo il parere della Conferenza Unificata, del Consiglio di Stato, delle Commissioni parlamentari e dell’Anac. I regolamenti esecutivi sono adottati entro due anni dall’entrata in vigore della legge di delega.

La bozza di disegno di legge delega è composta da due articoli, il primo dei quali articolato in sette commi. Tra gli obiettivi e i criteri della delega «restituire alle disposizioni codicistiche semplicità e chiarezza di linguaggio, nonché ragionevoli proporzioni dimensionali, limitando il più possibile nel testo i rinvii alla normazione secondaria». Un riferimento anche alle linee guida dell’Anac che dovrebbero uscire ridimensionate dal processo riformatore avviato. E proprio Cantone ieri è intervenuto sulle ipotesi di riforma. «Il problema vero è l’incapacità della burocrazia rispetto a certe sfide», ha detto. «Prendersela con il codice è sbagliato. Questo codice merita di essere emendato in molte parti, ma non è stato applicato neanche per il 20%» Intanto è pronto a Palazzo Chigi il Dpcm che dovrebbe varare la centrale di progettazione. Il premier dovrebbe firmarlo a ore.


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