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Il premier Conte: per le intese sull'autonomia differenziata "ci vorranno mesi"
Passi indietro sul percorso delle autonomie regionali: cosa accade ora?

di GIANNI TROVATI (dal Sole 24 Ore) – In collaborazione con Mimesi s.r.l.

È ufficiale. Per definire le intese sull’autonomia differenziata di Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna «ci vorranno mesi», perché quella condotta finora «è solo un’istruttoria». Parola del presidente del consiglio Conte, nel question time di ieri al Senato. E anche la ministra degli Affari regionali Erika Stefani, nell’audizione mattutina alla bicamerale sul Federalismo fiscale ha riconosciuto che «i testi non ci sono perché non c’è l’intesa», e che «i nodi da sciogliere sono molti». Avvertendo però che il tema «è nel contratto di governo» per cui «non si torna indietro». Il problema però è come andare avanti.

Sul piano politico la questione più calda è il ruolo del Parlamento che, spiega Conte, «sarà necessariamente coinvolto». La strada di trattare le future intese come disegni di legge ordinari, emendabili dal Parlamento, è complicata anche da un punto di vista pratico, perché ogni modifica dovrebbe poi passare di nuovo per l’accordo con le regioni. La Lega punta a un parere in commissione (Affari costituzionali e Federalismo fiscale) preventivo alla firma delle intese fra Conte e Governatori, ma bisogna capire con quale peso. E soprattutto, prima, bisogna arrivare alla definizione dei testi, sciogliendo i conflitti sulle competenze che dividono le richieste regionali dalle controproposte di ministeri chiave come Salute, Ambiente, Lavoro, Infrastrutture e Beni culturali, tutti targati M5S.


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