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Con la flat tax cresce il pericolo d'incremento del prelievo locale
Il report sulle addizionali Irpef curato dall'assemblea dei presidenti regionali di Confprofessioni e dall'osservatorio delle libere professioni conferma le ragioni dell'allarme lanciato nei giorni scorsi

di ANDREA DILI (dal Sole 24 Ore) – In collaborazione con Mimesi s.r.l.

È uno degli effetti della legge di Bilancio 2019, che non ha confermato il blocco degli aumenti di imposte e tributi locali già in vigore dal 2016 al 2018, con la conseguenza che dal 2019 Regioni, Province autonome e Comuni potranno rivedere al rialzo le aliquote delle addizionali.

Il costante incremento del prelievo da addizionali Irpef registrato negli ultimi dieci anni è diretta conseguenza delle crescenti esigenze di cassa degli enti locali, a fronte dei tagli delle manovre di finanza pubblica e, in quanto tale, non stupisce. Stupisce, tuttavia, che un aumento di imposte di tale portata sia passato quasi inosservato in un periodo storico caratterizzato da un vivace dibattito sulla dinamica di altre tipologie di tassazione, non ultima quella sugli immobili. Le ragioni, probabilmente, risiedono nelle caratteristiche intrinseche delle addizionali che – configurandosi come “appendici” dell’Irpef – risultano poco visibili. Con la conseguenza che un incremento di tali imposte determina effetti marginali sul mantenimento del consenso politico, diversamente, ad esempio, dall’ipotesi di incremento delle aliquote Iva derivante dalle clausole di salvaguardia. Effetto rafforzato dal fatto che il taglio delle risorse e il contemporaneo via libera all’incremento delle imposte locali trasferisce su Regioni e Comuni l’onere e la responsabilità politica della scelta di aumentare la pressione fiscale.
A maggior ragione in un contesto in cui il peso delle addizionali non è distribuito uniformemente su tutto il territorio nazionale, a testimonianza dell’estrema eterogeneità delle policy fiscali degli Enti locali.

Vi sono, poi, ulteriori aspetti di cui occorrerà tenere conto: le novità introdotte dalla legge di Bilancio 2019, infatti, avranno un impatto diretto sulle casse di Regioni e Comuni, rendendo ancora più probabile un’immediata ripresa della corsa al rialzo del prelievo fiscale da addizionali. L’allargamento delle soglie del regime forfettario per le persone fisiche in partita Iva con ricavi annui fino a 65mila euro e, dal 2020, l’avvio della flat tax per i medesimi soggetti con compensi compresi tra 65.001 e 100mila euro, infatti, dispenserà dal pagamento delle addizionali tutti coloro che opteranno per tali modelli.
In altre parole, più saranno i contribuenti che sceglieranno forfettario e flat tax, più diminuirà il gettito da addizionali. Ancora di più considerando che tali modelli costituiranno il regime fiscale naturale anche per soggetti che conseguono redditi che raggiungono lo scaglione più elevato dell’Irpef (e, di conseguenza, delle stesse addizionali).

Presumibilmente, quindi, gli Enti locali dovranno compensare tale minor gettito con le risorse derivanti dall’incremento dell’imposizione sui soggetti passivi delle stesse addizionali o dall’aumento di altri tributi locali. Se la stima prudenziale contenuta nel report (un incremento di un miliardo di euro già nel 2019 solo per le addizionali) fosse confermata dalle scelte degli enti locali, quindi, l’appello degli industriali vicentini risulterebbe ancora più ineludibile.


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