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Ddl semplificazioni, due anni per 24 deleghe
Nel testo la detraibilità fiscale per i costi derivanti da nuovi oneri regolatori

Dal Sole 24 Ore – In collaborazione con Mimesi s.r.l.

Se una nuova norma del Governo comporta un costo per i contribuenti dovrà essere detraibile dalle tasse, tranne quando ci sia una riduzione stimata di oneri di pari valore. È uno dei principi contenuti nel disegno di legge delega sulle semplificazioni. Testo, va ricordato, esaminato dal consiglio dei ministri già lo scorso ottobre e non ancora approdato in Parlamento nonostante si preannuncino tempi molto lunghi perché produca effetti: il governo punta ad ottenere ben 24 deleghe da esercitare con appositi decreti legislativi entro due anni dall’entrata in vigore della legge.

L’obiettivo è «ridurre gli oneri regolatori gravanti su cittadini e imprese» in un lungo elenco di settori: sviluppo economico; energia e fonti rinnovabili; agricoltura e agroalimentare; edilizia, urbanistica e governo del territorio; ambiente; beni culturali e paesaggio; spettacolo; turismo; contratti pubblici (l’attesa riforma degli appalti); acquisto di beni servizi da parte della PA; infrastrutture e trasporti; cittadinanza digitale; lavoro e legislazione sociale; disabilità; istruzione, università, alta formazione; servizio civile; prevenzione della corruzione e trasparenza della Pa; giustizia tributaria; tutela della salute; revisione del codice civile; ordinamento militare; strutture di formazione e attuazione del diritto Ue. Senza contare una specifica delega per istituire una Commissione permanente per l’attuazione delle misure di semplificazione e un’altra per ridefinire i compiti dell’Unità per la semplificazione attiva presso Palazzo Chigi (entrambe queste deleghe da esercitare entro un anno). Il carattere piuttosto “complesso” della macchina ideata per semplificare (si veda Il Sole 24 Ore del 6 dicembre) si deduce anche da altri passaggi: la Commissione, per la cui nomina occorrerà un apposito Dpcm, dovrà convivere anche con un Comitato interministeriale per il coordinamento delle attività di semplificazione (che a sua volta si avvarrà di una Cabina di regia istituita presso la presidenza del consiglio) e con la Commissione parlamentare per la semplificazione.

Tra i principi generali del Ddl spicca l’eliminazione di tutti i provvedimenti autorizzatori, gli adempimenti e le misure che incidono sulla libertà di iniziativa economica «ritenuti non indispensabili», fatti salvi quelli imposti dalle norme Ue o che tutelano «principi e interessi costituzionalmente rilevanti». Quanto ai contenuti, si profila tra l’altro la riforma dei controlli sulle società cooperative e la possibile fusione e soppressione di enti di ricerca e agenzie sottoposte alla vigilanza del ministero dell’Istruzione, Università e Ricerca: tra i primi indiziati per una possibile fusione dentro una unica agenzia per la valutazione dell’istruzione c’è l’Anvur, l’Agenzia per la valutazione dell’università e della ricerca. Nelle intenzioni del Governo, il Ddl delega dovrebbe dare sostanza agli annunci anti-burocrazia dopo che il decreto legge semplificazioni è stato approvato in Senato in versione largamente ridimensionata per i rilievi del Quirinale. Il decreto è in questi giorni all’esame della Camera dove dovrebbe essere approvato in via definitiva senza modifiche.


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