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Società partecipate dagli Enti locali: i primi risultati della Riforma Madia
Razionalizzazione partecipate: nei prossimi giorni i risultati integrali del monitoraggio IFEL

L’ampio novero delle società partecipate comunali comincia a sfoltirsi, riducendo in maniera rilevante le proprie dimensioni. Il censimento ufficiale è appena partito, il Ministero dell’Economia ha chiesto a tutte le pubbliche amministrazioni di mandare i dati entro la data del 7 dicembre. Ma i numeri dei Comuni, che sono i grandi protagonisti nel mondo delle partecipazioni pubbliche, cominciano ad affiorare. E affermano che i “piani di razionalizzazione” hanno lavorato alacremente: cessioni, liquidazioni, chiusure e fusioni hanno interessato 1654 società, il 30,7% delle 5374 attive prima della riforma. Ad affermarlo è un monitoraggio dell’IFEL (la fondazione di ANCI per la finanza locale) che verrà pubblicato nei prossimi giorni ed è stato in parte anticipato ieri dal Sole 24 Ore. Il saldo finale fra le 1.654 aziende estinte e le 595 nuove nate è un taglio complessivo del 20%. Il quadro ha colori ancora più netti quando ci si concentra sui soli capoluoghi di Provincia: in tali Enti i tagli hanno riguardato 568 società, il 37% delle aziende partecipate dai sindaci.

I numeri elaborati dall’IFEL arrivano dall’interrogazione delle banche dati del Cerved PA, che censiscono le aziende attive nel cui capitale è presente una pubblica amministrazione. E spiegano che i “piani di razionalizzazione” richieste dalla Riforma Madia non si sono limitati a una mera e cosmetica operazione di facciata, com’era invece capitato ai tentativi precedenti di battere la stessa strada. Con un limite: la tagliola si è abbattuta soprattutto sulle partecipate più piccole, ha cancellato un po’ di seggiole e poltrone nei cda e nei collegi sindacali, ma è in genere rimasta lontana dalle aziende che aprono i buchi più grandi nei bilanci.

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