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Sisma Centro Italia, ANCI: "Per ricostruzione servono semplificazioni, norme certe e organici rinforzati"
Ripartono i lavori alla Camera per la conversione in legge del Decreto Terremoto

“Semplificazioni amministrative, organici dei Comuni rinforzati, eliminazione dei vincoli di finanza che ostacolano le acquisizioni immobiliari per il recupero e il ripristino del tessuto urbano. E poi certezza del quadro normativo rispetto alle soluzioni abitative di emergenza, per permettere il loro utilizzo attraverso la manutenzione affidata a soggetti specializzati, quali gli enti per l’edilizia residenziale pubblica”. Questo quello che chiedono Maurizio Mangialardi, presidente di ANCI Marche e coordinatore delle ANCI regionali e Gianluca Pasqui, coordinatore per ANCI dei sindaci del cratere sismico e sindaco di Camerino, alla vigilia della ripresa dei lavori alla Camera della conversione in legge del decreto 55/2018 (c.d. Decreto Terremoto).

Decreto terremoto: il coordinamento delle attività

Con gli emendamenti proposti, in ulteriore istanza, ANCI chiede di prevedere che siano anche i rappresentanti dei Comuni a prendere parte alla cabina di coordinamento sisma presieduta dal Commissario straordinario. “Questo – proseguono Mangialardi e Pasqui – per istituire una forma stabile di raccordo con le amministrazioni locali colpite, stante la complessità delle questioni ancora da affrontare. In questo modo si potrebbe coordinare in maniera più efficace, ordinata e permanente l’attività delle strutture commissariali con il territorio”.

Sisma Centro Italia: le richieste dell’ANCI

“I 130 Comuni colpiti dal sisma del 2016 – continuano gli esponenti ANCI – si appellano al relatore ai Gruppi e al Parlamento affinché si intervenga con norme che agevolino il complesso e faticoso lavoro che le Amministrazioni comunali stanno svolgendo per il ritorno alla normalità. Ribadiamo inoltre – concludono i rappresentanti ANCI – la centralità della norma che consente di derogare ai limiti degli alunni presenti nelle classi nel prossimo anno scolastico ormai alle porte. Senza tale deroga anche per i prossimi due anni scolastici sarebbe concreto il rischio spopolamento per i centri urbani maggiormente colpiti, eventualità da evitare ad ogni costo”.

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