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TARI, rivoluzione rifiuti: in arrivo l’emendamento che sblocca 7 miliardi?
Legge di Bilancio 2018: al vaglio la proposta di passaggio dal tributo alla tariffa determinata da un’Autorità indipendente

È un vero e proprio pasticcio quello relativo alla tassa sui rifiuti pagata più del dovuto per un errore di calcolo dei Comuni. Pasticcio che si ripeterà anche in futuro, se non verrà approvato un emendamento alla Legge di Bilancio 2018presentato la settimana scorsa in Commissione. Perché la soluzione contro i casi di TARI gonfiata, segnalati nei giorni scorsi in varie città, è già stata individuata: la trasformazione della tassa in tariffa da pagare in base alla prestazione ricevuta, determinata da una Authority indipendente. “Una soluzione – si legge sul quotidiano Repubblica – che potrebbe permettere di sbloccare fino a 7 miliardi di investimenti, necessari per ammodernare il settore e portarlo al livello delle medie europee. Così come è avvenuto per i servizi legati all’acqua potabile, dopo il referendum che ne ha bocciato la privatizzazione, quando è stato applicato stesso sistema tariffario che – in precedenza – ha garantito la ristrutturazione delle reti pubbliche, da quella elettrica a quella della distribuzione del gas, locali e nazionali”.
Purtroppo il passaggio alla tariffa, annunciato la prima volta dal ministro dell’Ambiente Gianluca Galletti alla fine del 2015, non è mai diventato legge dello Stato. Il Governo ha effettuato un tentativo in proposito: un apposito articolo, che assegnava la competenza all’Autorità per l’Energia, era stato inserito nella parte della Riforma Madia della Pubblica Amministrazione bocciata dalla Corte costituzionale. Ora, lo stesso testo – dopo essere prima riemerso e poi scomparso nelle “bozze” della Legge di Bilancio – è diventato un emendamento a firma del senatore del Pd Giorgio Santini. Ed è in attesa di essere inserito tra gli emendamenti “prioritari” del gruppo e avere poi il placet del Governo.
Il via libera della tariffa è atteso da anni dalle aziende che si occupano del ritiro e trattamento dei rifiuti. In particolare, si legge sempre su Repubblica – quelle a controllo pubblico (il 55% del totale). Come ha sottolineato Giovanni Valotti, docente della Bocconi e presidente di Utilitalia, l’associazione delle aziende che erogano pubblici servizi: “C’è una necessità urgente e improrogabile di intervento, con una regolazione indipendente capace di tutelare i cittadini attraverso la definizione di standard di qualità ed efficienza e, di conseguenza, di definire un sistema tariffario certo e che minimizzi i costi finali a carico degli utenti”.

>> PER APPROFONDIRE leggi l’articolo di Alberto Pierobon intitolato Errori nella moltiplicazione delle quote variabili della tariffa rifiuti?


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