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Fusioni di Comuni e gestioni associate: esempi virtuosi
Nuovi processi in questa direzione in Puglia e Lombardia

Gestione associate e fusioni di Comuni: esempi virtuosi continuano a susseguirsi nel nostro Paese. Due i punti di vista che vogliamo mettere in evidenza oggi: la fusione di due Comuni in Salento e i referendum svoltisi in alcuni Comuni lombardi domenica scorsa.

Verso la fusione di due Comuni in Salento

“I percorsi di gestione associata dei Comuni funzionano quando non sono fusioni a freddo ma l’esito di una condivisione delle scelte. Che è esattamente quello che è successo qui. Per questo, come presidente dell’ANCI voglio confermare che ‘Insieme è meglio’, come recita lo slogan di questo incontro”. In questo modo, Antonio Decaro, numero uno dell’Associazione dei Comuni, ha celebrato le prime mosse dell’operazione di fusione tra i Comuni di Acquarica del Capo e Presicce, in provincia di Lecce. Al termine di questo iter, al quale si è dato formalmente il via con un incontro pubblico al Palazzo ducale di Presicce, saranno i cittadini a determinare la fusione esprimendosi attraverso un referendum consultivo.
Gli amministratori di Presicce e Acquarica del Capo hanno già sperimentato molte iniziative in comune, elaborando anche un piano urbanistico generale congiunto. “Possiamo dire che c’è stato un fidanzamento e ora si potrebbe arrivare al matrimonio – ha spiegato Decaro – . L’ANCI è a qui a benedire questo momento. Il rapporto che lega i cittadini con i simboli, le tradizioni e perfino gli edifici del propri Comuni è viscerale. Per questo devono essere le comunità ad avere l’ultima parola. I piccoli Comuni sono la maggioranza dei Comuni italiani, insieme rappresentano il 55% della superficie del Paese. Sono una ricchezza, a patto che ne evitiamo lo spopolamento: è quella la patologia, non la dimensione demografica. Un paese che si svuota è un presidio che viene meno. La gestione associata delle funzioni crea una sinergia che contribuisce a quell’agenda controesodo che come ANCI abbiamo scelto di promuovere”.

Le consultazioni in alcuni Comuni lombardi

Alcuni referendum hanno interessato i cittadini di alcuni Comuni lombardi lo scorso 22 ottobre in parallelo al referendum regionale sull’autonomia. In 17 Comuni delle Province di Como, Lecco, Lodi e Mantova, per una popolazione totale di oltre 27mila abitanti, si è votato per la fusione. Questi i Comuni che hanno sottoposto ai cittadini i quesiti relativi alla fusione:
– Albiolo, Rodero, Valmorea (Como);
– Cernobbio, Moltrasio, Carate Urio (Como);
– San Fedele Intelvi, Casasco d’Intelvi, Castiglione d’Intelvi (Como);
– Introzzo, Tremenico, Vestreno (Lecco);
– Camairago, Cavacurta (Lodi);
– Pieve di Coriano, Revere, Villa Poma (Mantova).
Risultato positivo è stato raggiunto nei Comuni in provincia di Lecco, Lodi e Mantova, mentre solo i cittadini di San Fedele Intelvi, Casasco d’Intelvi, Castiglione d’Intelvi hanno votato “si”. Il “no” ha prevalso negli altri Comuni comaschi.
Va detto che solo ad Albiolo ha prevalso il risultato negativo, mentre a Rodero e Valmorea i cittadini hanno dato risposta positiva. Diversa situazione per la fusione dei Comuni di Cernobbio, Moltrasio, Carate Urio, dove il “no” è stato pressoché unanime. La terza fusione nel comasco ha dato invece esito positivo ed è nato il Comune Centro Valle Intelvi (3454 abitanti: nell’immagine San Fedele Intelvi). Per approfondire la notizia vai sul portale di ANCI Lombardia.

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