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Nuovo codice antimafia: il sequestro dei beni agli indiziati del reato di corruzione
Tutti i dubbi sul ddl n. 2737 definitivamente approvato dalla Camera dei deputati

Fonte: EticaPa.it

di GIUSEPPE BEATO

Il sentimento esacerbato di larghi strati dell’opinione pubblica nei confronti delle politica e della pubblica amministrazione é attualmente, purtroppo, un fatto acquisito. Ma i sentimenti di rabbia e di rivalsa sono e rimangono emozioni futili e passeggere se non si traducono in programmi adeguati a correggere strutturalmente le storture esistenti; in compenso, sono enormi i danni che produce una demagogia che sfrutta la rabbia dei più con misure che vellicano la pancia dell’opinione pubblica, ma non risolvono nulla, anzi arrecano danni ingenti a un ordinata convivenza civile basata su regole equanimi, vigilanza efficiente e pene commisurate alla gravità degli illeciti commessi.
Una riflessione di questo tipo va sicuramente effettuata sulla recente equiparazione dei reati di corruzione, associazione a delinquere e stalking alla normativa antimafia in relazione alla possibilità di sequestro dei beni nella fase indiziaria del giudizio penale instaurato. In altri termini la normativa antimafia in vigore dai tempi dell’eroica battaglia di Pio La Torre sulla confisca dei beni dei mafiosi – normativa di natura eccezionale – é stata estesa per legge a soggetti che si rendano colpevoli del reato di associazione a delinquere finalizzati a compiere delitti contro la pubblica amministrazione.
Siamo convinti che, meglio che esprimere un parere nel merito (ne richiamiamo diversi più in fondo), sia sufficiente un’esposizione sommaria di quanto previsto nel ddl n. 2737 di legge definitivamente approvato dalla Camera dei deputati…


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