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Italia, il Paese dei campanili così legato alle tradizioni: "Noi prima di tutto italiani"
Nell’indagine realizzata da Demos, Veneto e Lombardia sono lontani dalle pulsioni di Barcellona: i venti d’autonomia spirano sempre più deboli

Fonte: La Repubblica

L’identità territoriale, in Italia, appare, fin dai tempi dell’Unità, attraversata da tensioni profonde. I referendum sull’autonomia, che si svolgeranno in Lombardia e nel Veneto, fra meno di un mese, sono destinati ad acuire le divisioni. Tanto più perché il clima del confronto fra centro e periferia, fra Stato e Regioni, si è surriscaldato, dopo l’intervento del governo contro la legge veneta che prevede l’esposizione del gonfalone di San Marco negli edifici pubblici.
Un provvedimento che rischia di accendere una campagna elettorale fin qui piuttosto spenta. Evocando, con qualche forzatura, l’esempio catalano.
L’Italia è storicamente segnata dalla distinzione, per alcuni versi una “frattura”, fra Nord e Sud. E, quindi, dalla “questione meridionale”, affiancata e sfidata, negli ultimi decenni, da una “questione settentrionale”, polemica non solo verso il Mezzogiorno, ma, anzitutto, contro lo Stato. L’Italia, peraltro, ha sempre presentato un’identità frammentata da particolarismi. Carlo Azeglio Ciampi, Presidente della Repubblica nella seconda metà degli anni Novanta, una fase particolarmente accesa da conflitti territoriali, era solito dire che “l’Italia è un Paese di paesi. E di città. Unito dalle sue differenze.” In altri termini, dal suo pluralismo di tradizioni, culture, paesaggi. Un “Paese di paesi”. Mi sembra una definizione efficace e di lunga durata dell’Italia. Evoca, infatti, un profilo che si ripropone ancora oggi, quando si indaga sulle diverse e principali appartenenze territoriali dei cittadini…


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