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ANCI, Decaro: “Fermare flusso libico ed avviare ricollocazione in UE”
“Solo in questo modo può configurarsi un’equa distribuzione sul territorio”

“Il flusso migratorio non si interromperà, ma se da un lato bloccassimo la tratta degli esseri umani da paesi come la Libia e contemporaneamente riuscissimo a distribuire il flusso in tutti i paesi europei, avremmo un impatto minore e potremmo avviare una distribuzione più equilibrata sul territorio nazionale”. Ad evidenziarlo è il presidente dell’ANCI Antonio Decaro, ospite venerdì scorso della trasmissione Studio 24 estate su Rainews 24. “Due settimane fa con il ministro Minniti – prosegue Decaro – ho incontrato sindaci che rappresentano 13 comunità libiche e avevano idee molto chiare: sconfiggere le organizzazioni criminali dedite alla tratta degli esseri umani. Ci hanno presentato dei veri masterplan ben curati per un piano di sviluppo del loro territorio liberato da questo traffico illegale”.

La collaborazione con la Libia

Una collaborazione con la Libia è quindi una delle due direttrici da seguire secondo il presidente dell’ANCI. La seconda è quella per una accoglienza davvero diffusa, primo passo per una futura integrazione.
Il numero uno dell’ANCI ha ricordato come “l’accordo siglato tra ANCI e Viminale preveda la presenza di tre migranti ogni mille abitanti. Non siamo di fronte a un’invasione, anche occasionali proteste sono state causate da qualche invio massiccio, di emergenza, disposto dai prefetti.  Ora cerchiamo di governare meglio anche i casi critici, tramite la cabina di regia Viminale – ANCI. Se poi qualche sindaco, sicuramente una esigua minoranza, per ragioni di convinzione, davvero persegue l’obiettivo di non ospitare alcun migrante, io mi limito a fargli presente che non si può chiedere un’equa distribuzione del flusso in Europa e contemporaneamente rifiutarsi di garantirla in Italia”.

Rete SPRAR

Ma, rispetto responsabilità a volte addossate ai sindaci, il presidente Decaro ha ribadito con fermezza un punto: “Le competenze sul flusso migratorio sono delle prefetture e non dei Comuni, anche se i sindaci sono il punto di riferimento delle comunità, il terminale istituzionale più esposto. Noi con l’accordo con il Viminale e la gestione della rete SPRAR ci abbiamo messo la faccia, offriamo un importante contributo, ma non possiamo accettare il gioco dello scaricabarile o che ci sia una deresponsabilizzazione dei prefetti che devono tenere conto dei termini dell’accordo sulla distribuzione nei territori che abbiamo firmato”.


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