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La bozza della direttiva ARAN sui rinnovi contrattuali del Pubblico Impiego
Riforma Madia del Pubblico Impiego: i contenuti della bozza in attesa della direttiva ufficiale. Nel frattempo sono stati pubblicati in G.U. i decreti legislativi attesi (nn. 74 e 75)

Come anticipato dal ministro della Pubblica Amministrazione Marianna Madia, in rete è già disponibile una prima bozza della direttiva all’ARAN per i rinnovi contrattuali dei pubblici dipendenti. Si ricorda come la citata direttiva fosse condizionata alla definizione dei decreti legislativi sul Pubblico Impiego e sulla valutazione performance. Sulla Gazzetta Ufficiale del 7 giugno 2017 sono stati finalmente pubblicati i citati decreti legislativi, a seguito dell’approvazione avvenuta in data 19 maggio 2017 dal Consiglio dei Ministri: si tratta del decreto legislativo 25 maggio 2017, n. 74 e del decreto legislativo 25 maggio 2017, n. 75. In attesa della versione definitiva della direttiva ufficiale, emanata a breve a seguito dell’avvenuta pubblicazione dei citati decreti legislativi, evidenziamo qui i punti di maggior interesse per gli Enti locali.

Il rinnovo contrattuale per il triennio 2016-2018

Precisa la direttiva come la stessa si presenti particolarmente articolata a fronte sia del lungo blocco contrattuale, sia della necessaria preliminare definizione del riassetto dei comparti e delle aree negoziali. Per gli enti locali i comitati di settore saranno chiamati a definire ulteriori indirizzi al fine della sottoscrizione definitiva dei contratti collettivi.

Consulta anche l’articolo Riforma Pubblico Impiego: i decreti attuativi in Gazzetta Ufficiale.

Le risorse finanziarie

Risulta evidente come gli incrementi contrattuali per gli enti locali troveranno le loro risorse all’interno dei propri bilanci. Gli importi previsti per gli Enti locali, in coerenza con il D.P.C.M. del 27 febbraio 2017, sono quelli ottenuti sulla base di una percentuale del monte salari calcolata sul conto annuale inviato alla RGS, percentuali che dovranno essere pari, per il 2016 allo 0,36%, per l’anno 2017 al 1,09% ed infine nel 2018 al 1,45%, da applicare alle voci retributive pagate a titolo di trattamento economico principale e accessorio al netto dell’indennità di vacanza contrattuale, in quanto il rinnovo contrattuale si aggiunge al citato rinnovo. Al fine di raggiungere l’importo medio di 85 euro previsto nell’accordo del 30/11/2016 con le parti sindacali, è necessario reperire risorse ulteriori che dovranno essere definite nella prossima legge di bilancio. Al fine di salvaguardare, inoltre, l’importo previsto per le fasce stipendiali meno elevate che hanno beneficiato del bonus di 80 euro mensili, al fine di non perdere la citata agevolazione tale elemento retributivo dovrà essere tenuto distinto.

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