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Cosa fare per organizzare in sicurezza un evento
Gestione della sicurezza e sorveglianza: riflessioni operative alla luce dei fatti accaduti recentemente in piazza San Carlo a Torino

di SERGIO BEDESSI

Il recente fatto di Torino, nel quale migliaia di tifosi che stavano assistendo all’ultimo atto della Champions League proiettato su uno schermo gigante in piazza San Carlo sono stati protagonisti di un episodio di panico collettivo che ha provocato ben 1.527 feriti dei quali 3 gravi, lascia molto da pensare sulla efficace gestione della sicurezza di questo tipo di eventi.
Gli organi di informazione riportano che erano presenti ben 30.000 persone; anche se la cifra potrebbe essere esagerata e qualcuno parla di 18.000, ci si deve chiedere se fosse stato comunque predisposto un adeguato piano di prevenzione e di gestione degli eventi critici.
Sembra che la genesi del panico collettivo sia stata dovuta ad uno scoppio, forse provocato da un petardo, o da uno zainetto lanciato, e che la crisi di panico sia poi stata amplificata da altri eventi collaterali: il cedimento della ringhiera di una scala di accesso al parcheggio sotterraneo nel centro della piazza, il crollo di altre strutture, sotto la pressione della folla, come la vetrata del Caffè Torino, poco distante.
Una causa di natura sociologica della crisi di panico collettivo è certamente rinvenibile anche nella latente paura che fosse in corso un evento terroristico.
Da notare infatti che l’evento di Torino è avvenuto pressoché in contemporanea ai fatti di Londra (3 giugno ore 22:08 locali) nel quale alcuni terroristi dopo essersi scagliati contro la folla con un furgone hanno iniziato ad accoltellare persone e in un clima costellato di episodi simili.
Basti ricordare i fatti di due mesi fa a Westminster, o l’ultimo di Manchester del 22 maggio, episodi che fanno parte di una lunga linea di orrore europeo provocato dal terrorismo di matrice islamica (Parigi, Berlino, Nizza, ecc.) che ha cambiato passo e che non attacca più con armi ed esplosivi i luoghi simbolo dell’occidentalità, ma attacca i luoghi della vita quotidiana con modalità pressoché impossibili da prevenire. Ritornando però a Torino e a quel che qui ci interessa, la sicurezza dei luoghi ove vengono organizzati eventi.
Le foto sui mass media testimoniano una piazza San Carlo con bottiglie di vetro, molte rotte, e altri materiali che possono procurare ferite da taglio; gli organi di informazione parlano anche di transenne pericolose, venditori abusivi, insomma di una serie di circostanze che andavano sicuramente evitate con la prevenzione, collateralità che se non ci fossero state avrebbero certo evitato qualche ferito.
Tutto lascia pensare che chi ha organizzato l’evento, chi lo ha autorizzato e, non ultimo, chi doveva sorvegliare, non abbia operato in modo congruente e coerente con la gestione in sicurezza di un evento di quel tipo, con riguardo a come stanno cambiando le problematiche di sicurezza di alcuni luoghi adibiti a pubblico spettacolo, in particolare quando vengono utilizzati spazi non predestinati a questo scopo e dunque quando le cautele dovrebbero essere ancor maggiori.
Può essere opportuno dunque un piccolo vademecum sull’argomento.

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