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L’inchiesta CONSIP è diventata un’altra cosa
L'indagine sul padre di Renzi si sta trasformando in un processo su come si fanno le inchieste e come se ne occupano i giornali

Fonte: Il Post

Il giorno dopo la pubblicazione sul Fatto di un’intercettazione tra Matteo Renzi e suo padre, avvenuta durante una delle fasi più delicate dell’inchiesta CONSIP, due fatti sono diventati chiari. Il primo: l’intercettazione, secondo i magistrati, non era rilevante per l’inchiesta e per questa ragione non è stata inserita negli atti pubblici ed è rimasta secretata. La seconda: tra chi ha svolto l’inchiesta c’è qualcuno che nel corso degli ultimi mesi ha sistematicamente passato documenti segreti agli indagati e alla stampa. La fuga di notizie è un tema che ritorna spesso in occasione delle indagini che coinvolgono politici, ma nelle ultime settimane sta diventando più importante dell’indagine stessa.

Come ha scritto ieri Luciano Capone sul Foglio: «Il caso CONSIP si sta trasformando in un processo all’inchiesta e a certi metodi d’indagine».
Sulla fuga di notizie che ha portato alla pubblicazione dell’articolo del Fatto, la procura di Roma ha aperto un’indagine per violazione del segreto istruttorio e per pubblicazione arbitraria di atti di un procedimento penale. L’intercettazione pubblicata dal Fatto è stata realizzata lo scorso 2 marzo ed era stata giudicata dai magistrati non rilevante per il processo, quindi il suo riassunto non è finito in nessuno dei fascicoli pubblici a disposizione degli indagati: gli unici ad averla a loro disposizione erano i magistrati titolari dell’inchiesta, gli ufficiali dei carabinieri e l’eventuale altro personale che ha lavorato all’intercettazione…


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