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Rinegoziazione dei mutui 2017: primi dettagli sull’operazione
Finanza locale: le indicazioni della Cassa depositi e prestiti. Oltre 7mila Comuni coinvolti

Attraverso il comunicato del 19 aprile 2017 l’ANCI ha reso noto che la Cassa depositi e prestiti ha fornito, in occasione dell’incontro con i Comuni piemontesi alcune prime indicazioni circa i contenuti dell’operazione di rinegoziazione dei mutui per l’esercizio 2017. I dettagli dell’operazione saranno ufficializzati con un’apposita circolare della Cassa di prossima emanazione.

Un’operazione che interesserà circa 7mila Comuni

L’operazione di rinegoziazione, che interesserà oltre 7mila Comuni per oltre 126.000 posizioni debitorie, si svolgerà dal 10 maggio 2017 al il 1° giugno 2017. In particolare nel periodo dal 10 al 26 maggio sarà possibile effettuare la prenotazione tramite l’applicativo Cdp disponibile on-line, mentre entro il 1° giugno la Cassa dovrà ricevere via web la documentazione a conferma dell’operazione (determina a contrarre, estremi della delibera consiliare di approvazione, ecc.).

I mutui 2017 rinegoziabili

Potranno essere rinegoziati i prestiti ordinari e flessibili, a tasso fisso e variabile, con capitale residuo al 1 gennaio 2017 almeno pari a 10mila euro, con scadenza dell’ammortamento successiva al 31 dicembre 2021, e con oneri di rimborso a totale carico dell’ente.
Al momento non sono inclusi nell’operazione i mutui che nel 2003, in occasione della riforma della Cassa depositi e prestiti, sono rimasti nella disponibilità del Ministero dell’economia.
I risparmi riguarderanno la rata di dicembre, che sarà depurata della quota capitale; il pagamento degli interessi di competenza 2017, ricalcolati al tasso post rinegoziazione, potrà invece essere effettuato alla scadenza naturale – ovvero il 31 dicembre 2017 – oppure posticipato al 31 gennaio 2018. Il periodo di ammortamento post rinegoziazione potrà essere allungato fino a due anni rispetto alla scadenza originaria, ma comunque non oltre il 31 dicembre 2045.
Saranno infine ammessi all’operazione anche gli enti in dissesto purché abbiano approvato il bilancio stabilmente riequilibrato.


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