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Anticorruzione, l’addio di Dettori: "Lasciato solo da Maroni"
Non è durata nemmeno dieci mesi l’avventura di Francesco Dettori a capo di Arac

Fonte: Corriere della Sera

La «totale assenza» e «l’insensibilità» dimostrate anche dai vertici regionali porta alla decisione «irrevocabile»: non è durata nemmeno dieci mesi l’avventura di Francesco Dettori a capo di Arac, l’Authority anti-corruzione voluta da Roberto Maroni all’indomani degli scandali e delle manette del febbraio dello scorso anno. «Sono a disposizione il tesserino magnetico, la chiave dell’ufficio e il cellulare di servizio», scrive Dettori nella lettera di dimissioni indirizzata all’ufficio di presidenza del Pirellone. Magistrato in pensione, lascia dopo mesi di liti con gli altri commissari dell’agenzia e segnatamente con Giovanna Ceribelli, la commercialista che con un esposto in Procura innescò l’inchiesta Smile sulla corruzione nel sistema dei service odontoiatrici della «zarina delle dentiere» Paola Canegrati.
Un altro caso a Palazzo Lombardia, pochi giorni dopo l’inchiesta su Finlombarda. Ma Roberto Maroni, fuori città per una breve vacanza in occasione del compleanno, non ha dubbi nell’indicare le cause dello strappo: «Ho appreso con dispiacere delle dimissioni del presidente dell’Arac, Francesco Dettori, che ho incontrato anche di recente, insieme a Maria Dinatolo e Gianfranco Rebora e al quale non ho mai fatto mancare il mio sostegno e il sostegno della struttura regionale. Ho incontrato…


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