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Decreto Sicurezza Urbana: si inasprisce il dibattito
Prosegue l’iter di conversione: le dichiarazioni del ministro dell’Interno Minniti

Dopo le polemiche degli scorsi giorni prosegue il dibattito sul Decreto Sicurezza Urbana che prosegue l’iter verso la conversione: ricordiamo infatti che la Camera ha approvato il disegno di legge di conversione in legge del decreto legge 20 febbraio 2017, n. 14, recante disposizioni urgenti in materia di sicurezza delle città (C. 4310-A). Il provvedimento passa ora all’esame del Senato.

Decreto Sicurezza Urbana: parla il ministro dell’interno Minniti

Nel frattempo nel week end è uscita un’interessante intervista sul quotidiano Repubblica al ministro dell’Interno Marco Minniti il quale non le ha mandate a dire: “Quindi il decreto sulla sicurezza urbana sarebbe una legge di destra… Straordinario… Forse perché qualcuno non l’ha letto. Allora qualcuno mi risponda: è di destra una legge che sottrae la definizione delle politiche della sicurezza nelle nostre città alla competenza esclusiva degli apparati, trasformando la sicurezza in bene comune e chiamando alla sua cogestione i rappresentanti liberamente eletti dal popolo, vale a dire i sindaci? È di destra un decreto che, per la prima volta nella storia repubblicana, risponde a una legittima richiesta di sicurezza con il solo strumento amministrativo, senza aumentare le pene o introdurre nuovi reati? È di destra un provvedimento che è stato scritto a quattro mani con l’ANCI, con sindaci italiani che vanno da Zedda a Nardella, da Decaro a Sala?”.

Daspo: il punto di vista dell’ANCI

Nella giornata di ieri sono poi giunte le parole del Sindaco di Firenze e rappresentante ANCI, Dario Nardella, che si è soffermato sulla delicata tematica del Daspo: “Il Daspo non riguarda il decoro ma tutte le forme di illegalità che aumentano la percezione di insicurezza e danneggiano il patrimonio delle nostre città. E chi critica il decreto, considerandolo estremista e discrezionale, non conosce il Paese reale con cui noi sindaci ci misuriamo ogni giorno”. Ma può essere un sindaco, anziché un giudice, a stabilire chi crea insicurezza? “Non è così. I sindaci hanno competenze specifiche sulla sicurezza urbana, conoscono le loro città meglio di ogni altro. E fenomeni come i parcheggiatori abusivi, l’accattonaggio molesto, i writer dei monumenti e lo sfruttamento della prostituzione, sono diventati insopportabili in tutte le nostre città. Il decreto non crea sindaci sceriffo ma consente di coordinarci con le forze dell’ordine”.


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