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Decreto Sicurezza Urbana: ora necessari gli strumenti per l’attuazione
In corso l’iter di conversione del decreto legge: disponibile il documento ANCI relativo all’audizione presso la Camera

È partito il percorso legislativo relativo alla conversione in legge del decreto sulla sicurezza urbana (decreto legge 20 febbraio 2017 n. 14). Ecco il commento del presidente dell’ANCI e sindaco di Bari, Antonio Decaro in materia: “Noi sindaci non possiamo essere soddisfatti delle modifiche approvate in commissione alla Camera al decreto legge sulla sicurezza urbana. Non viene introdotto il reato di estorsione da parcheggio abusivo, non si prevede l’incremento del turn over per la polizia municipale. Così rischiamo di non avere gli strumenti per applicare le nuove regole che potrebbero essere inefficaci. Pur apprezzando la previsione di una maggiore collaborazione tra polizie locali e statale, l’introduzione di una possibilità di accordo con le reti territoriali di volontari, l’estensione del Daspo anche ai parcheggiatori abusivi, una maggiore efficacia delle misure per il divieto di vendita e somministrazione degli alcolici – conclude Decaro – non possiamo dirci soddisfatti se la violazione delle ordinanze o degli ordini del questore risultano non sanzionabili dal punto di vista penale. Così non basta”.

>> È disponibile il DOCUMENTO ANCI relativo all’audizione presso la Camera dei Deputati dello scorso 6 marzo.

Sicurezza urbana: le richieste dei Comandanti delle Polizie locali

In relazione a tale iter si pronunciano anche i Comandanti delle Polizie locali delle Città metropolitane riunitisi in ANCI per redigere una lettera aperta indirizzata alle principali cariche dello Stato. Ecco gli obiettivi delineati nella missiva:
– accogliere le proposte dell’ANCI sulla modifica della legge sulla polizia municipale;
– adeguare la pianta organica delle polizie locali, a fronte delle nuove esigenze;
– reintrodurre l’istituto dell’equo indennizzo;
– consentire l’utilizzo, anche alle Polizie locali, delle banche dati interforze.

>> CONSULTA IL TESTO DELLA MISSIVA.

Gli strumenti necessari per rendere operative e misure

Premettendo di aver “accolto con favore l’emanazione del decreto legge in materia di sicurezza urbana”, i comandanti chiedono però che vengano loro forniti “gli strumenti necessari per attuare fattivamente quanto previsto dal decreto e per fornire ai nostri operatori pari condizioni e garanzie riservate a chi indossa una divisa e contribuisce quotidianamente a garantire la civile convivenza tra le persone”.
“Nelle città metropolitane e nei grandi centri urbani, da molti anni, le polizie locali contribuiscono in maniera determinante alla realizzazione dei servizi di sicurezza sul territorio al pari delle forze di polizia dello Stato, partecipano ai tavoli prefettizi, effettuano servizi interforze, svolgono la propria attività negli uffici delle procure di tutta Italia.
Alcuni compiti che nel passato erano di esclusiva competenza delle altre forze di polizia dello Stato – si legge ancora nella missiva – oggi sono svolti con risultati di ottimo livello dalle polizie locali, che intervengono nei casi di reati predatori, reati contro donne e minori, abusivismo e contraffazione commerciale, contrasto alla prostituzione di strada, spaccio di sostanze stupefacenti, pirateria e sicurezza stradale, videosorveglianza, evasione di tributi locali.  Per non parlare delle attività strumentali e di supporto al corretto esercizio dei servizi di ordine pubblico, erogati dai nostri operatori in occasione di manifestazioni, di eventi sportivi, di grandi eventi internazionali, delle scorte di personalità”.
Da qui le richieste dei comandanti perché, conclude la lettera, “se i 60 mila operatori delle polizie locali costituiscono parte integrante del sistema finalizzato a garantire la sicurezza dei nostri concittadini, è indispensabile che il governo e il Parlamento adottino azioni concrete”.


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