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Riforma PA: in arrivo il Testo Unico del pubblico impiego
Il testo che riforma il pubblico impiego atteso giovedì in Cdm: un’occasione per rimodulare il lavoro pubblico e riqualificarlo. Focus sul telelavoro
di PAOLA MORIGI
Il Consiglio dei ministri è intervenuto nella seduta del 17 febbraio su alcune tematiche contenute nella “Riforma Madìa”, approvando due decreti legislativi, uno sulle partecipate pubbliche ̶ già disciplinate dal d.lgs. n. 175/2016 e ora oggetto di alcuni rinvii sugli adempimenti applicativi ̶ e l’altro sui licenziamenti per i “furbetti del cartellino”. Nei testi approvati si è tenuto conto dei rilievi effettuati dalla Corte Costituzionale con la sentenza n. 251/2016 e si sono adottati i dovuti correttivi, inserendo l’accordo con le Regioni che in precedenza non si erano coinvolte.
Non è stato però ancora adottato il decreto legislativo di riforma del pubblico impiego, a norma dell’art. 17 della l. n. 124/2015. Il provvedimento, essendo oramai in scadenza la delega, dovrebbe essere approvato entro la fine di questa settimana. Nei confronti dello stesso vi sono grande attese, anche perché è innegabile il ruolo centrale che il decreto, nell’ambito della più generale riforma della P.A., dovrebbe avere.
Se prendiamo in esame il contenuto dell’art. 17 della l. n. 124/2015 possiamo richiamare alcune delle tematiche che troveranno sicuramente spazio nel decreto legislativo di riforma:
Come si diceva in premessa è già stato approvato dal Governo il decreto che intende punire i “furbetti del cartellino”, coloro che vogliono far credere di essere in ufficio mentre sono alle prese invece con attività extra-lavorative. Si trattava certamente di un provvedimento doveroso, che ha fatto seguito a casi riscontrati e che in futuro potrà comportare il licenziamento immediato, da effettuarsi entro 30 giorni, con possibili responsabilità anche del dirigente che non ha controllato in maniera adeguata i propri dipendenti.
Tuttavia la riforma del pubblico impiego non può essere vista solo con riferimento agli aspetti repressivi. Altri provvedimenti si rendono necessari, se si vuole effettivamente modernizzare la P.A. e renderla utile all’economia del Paese. In questa ottica pertanto è necessario non solo rileggere l’art. 17, ma anche soffermarsi su altri aspetti.
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