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T.U. pubblico impiego: nuove cause per i licenziamenti disciplinari
L’art. 18 continuerà a tutelare i dipendenti pubblici: le nuove cause che attivano il licenziamento

All’interno della rinnovata disciplina del pubblico impiego l’art. 18 dello Statuto dei Lavoratori continuerà a tutelare i dipendenti pubblici. Sono tuttavia in arrivo, nel testo farà capolino oggi in Consiglio dei ministri, (anche se paiono allungarsi i tempi per l’avvio di tale riforma che potrebbe slittare alla prossima settimana per risolvere i nodi ancora aperti con sindacati e Regioni) nuove cause idonee ad attivare licenziamenti disciplinari, tra cui:
– “la reiterata violazione di obblighi concernenti la prestazione lavorativa”;
– “l’insufficiente rendimento rilevato dalla reiterata valutazione negativa della performance del dipendente negli ultimi tre anni”.
Sarà poi posta una evidente lente d’ingrandimento sulle assenze “sospette”, ovverosia su quelle che si ripetono “in continuità con le giornate festive e di riposo settimanale”, oppure se risultano “collettive” in periodi nei quali invece sarebbe “necessario assicurare continuità nell’erogazione dei servizi all’utenza”. In tale direzione spetterà ai contratti collettivi nazionali individuare le condotte e fissare le corrispondenti sanzioni disciplinari.

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