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Riforma PA: correttivi all’orizzonte in materia di partecipate e licenziamenti disciplinari
Riforma Madia in fase di riavvio dopo lo stop causato da crisi di Governo e sentenza della Consulta: le prospettive

È in fase di nuovo avviamento la macchina della Riforma Madia della Pubblica Amministrazione (Riforma PA), dopo lo stop forzato da crisi di governo e sentenza della Consulta. L’obiettivo è in primo luogo quello di portare al primo Consiglio dei ministri utile i tre correttivi necessari a rimettere in moto le riforme di partecipate, dirigenza sanitaria e licenziamenti per gli assenteisti, al centro dei decreti in vigore ma dimidiati e resi “zoppi” dalla sentenza 251/2016 della Corte costituzionale. La finalità è quello di effettuare il passaggio in Consiglio dei ministri in tempo utile per portare i nuovi decreti alla Conferenza Stato-Regioni del 19 gennaio, quando ci dovrebbe essere anche una riunione dell’Unificata con gli Enti locali.

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Riforma Madia (Riforma PA): correttivi all’orizzonte
L’obiettivo dei nuovi provvedimenti sarà quindi quello di incontrare l’accordo di tutti nel percorso riscritto dalla sentenza costituzionale, che richiede l’intesa con la Stato-Regioni per i decreti sui licenziamenti disciplinari e i dirigenti sanitari e con l’Unificata per quello sulle partecipate.
Per tali motivi una densa serie di incontri tecnici fra governo ed enti territoriali sta provando ad appianare la strada dei correttivi, che dovrebbero riguardare soprattutto il testo sui dirigenti sanitari, quello che ha reso più complesso il rapporto con le Regioni.

Partecipate
In merito al testo sulle partecipate pubbliche si prospetta la possibilità di cesellare al ribasso i limiti di fatturato, che nel decreto approvato condannano alla chiusura o alla dismissione le realtà che non hanno raggiunto la media del milione di euro negli ultimi tre anni. Gli Enti locali in questa direzione chiedono di abbassare il limite a 500mila euro, oltre a prevedere deroghe per alcuni settori alla ghigliottina sulle società con meno amministratori che dipendenti: vista la mancata proroga dei termini, risulta fondamentale giungere in fretta al chiarimento definitivo in vista del piano straordinario di razionalizzazione che le amministrazioni devono chiudere entro il 23 marzo.

Licenziamenti disciplinari
Con riferimento invece al decreto sui licenziamenti disciplinari, invece, potrebbe trovare spazio qualche ritocco ai termini interni del procedimento, senza cambiare però l’obbligo di arrivare in 30 giorni al licenziamento di chi viene colto a timbrare l’entrata senza presentarsi poi in ufficio.

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