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Incentivi e selezione nel Pubblico Impiego

L’efficace funzionamento della Pubblica Amministrazione dipende in maniera rilevante dalla sua capacità di attrarre e selezionare risorse qualificate e di motivarne l’impegno. Le politiche di reclutamento e di carriera influiscono senza dubbio alcuno sulla composizione del pool di candidati che si sottopongono alle procedure di selezione. Le modalità con cui queste sono condotte determinano quali tra i candidati auto-selezionatisi hanno accesso alla PA e, quindi, l’effettiva distribuzione delle caratteristiche individuali nella forza lavoro. Quest’ultima, a sua volta, definisce il contesto in cui progettare i sistemi incentivali. 

In tale direzione il sito della Banca d’Italia propone una interessante pubblicazione idonea a fornire una panoramica delle interazioni tra le dimensioni appena citate, analizzando alcune criticità del contesto italiano, tra cui la diffusione di modalità di reclutamento meno selettive e più precarie, politiche retributive e di carriera che remunerano poco l’istruzione e le competenze, procedure di selezione rigide e orientate all’assunzione di profili generalisti, l’applicazione indifferenziata di sistemi di incentivo a tutta la PA e l’assenza di contestuali interventi di riorganizzazione delle strutture. La pubblicazione, intitolata Incentivi e selezione nel pubblico impiego e fa parte deglioccasional paper “Questioni di Economia e Finanza”, è firmata da Cristina Giorgiantonio, Tommaso Orlando, Giuliana Palumbo e Lucia Rizzica, ed effettua, tra le altre cose, un raffronto critico tra le conclusioni emerse e le direttrici dei recenti interventi di riforma del Pubblico Impiego.

La pubblicazione è disponibile qui in pdf.

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