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Unioni civili, l’'ok ufficiale del Consiglio di Stato: il testo del parere
L’ok del Consiglio di Stato al decreto sulle unioni civili è giunto ieri pomeriggio: si apre la strada alle prime celebrazioni in attesa dei decreti attuativi. I 4 punti chiave del parere

L’ok del Consiglio di Stato al decreto sulle unioni civili è giunto ufficialmente nella giornata di ieri. Si tratta del parere 21 luglio 2016, n. 1695 che conferisce il via libera al decreto ponte che conferirà concreta attuazione alla Legge Cirinnà (legge 20 maggio 2016, n. 76) approvata nello scorso mese di maggio (in attesa dei decreti attuativi da emanarsi entro il mese di dicembre).

Superare lo scoglio dei sindaci obiettori di coscienza e accelerare i tempi di applicazione della norma: questi i due principali obiettivi messi in evidenza (e risolti) dal parere del Consiglio di Stato. “Con il parere sul decreto Unioni Civili il Consiglio di Stato accende la luce su un diritto – afferma Franco Frattini presidente della sezione Atti Normativi del Consiglio di Stato – , un provvedimento di cui vi era assoluta urgenza che, con il nostro parere, oggi può essere adottato immediatamente. A partire da oggi – ha proseguito Frattini – con il nostro parere che dà il via libera definitivo il D.P.C.M. può essere adottato dal Governo e se il ministero dell’Interno usa il periodo della vacatio legis di 15 giorni per istituire il registro provvisorio previsto.
Il nodo di eventuali obiezioni di coscienza dei sindaci viene superato dal fatto che il testo parla di ufficiale di stato civile, per cui la cui platea di persone è molto ampia.
“Il Consiglio di Stato accende la luce sull’attivazione di un diritto che si fonda sull’art.2 della Costituzione, il quale indica l’unione della coppia come una formazione sociale da tutelare” evidenzia Frattini.

Sono 4 gli elementi fondamentali segnalati dal parere 21 luglio 2016, n. 1695 del Consiglio di Stato:
– esiste un diritto assoluto dei partner alla trascrizione nei registri che il decreto tutela con la formula “Ufficiale di stato civile”: ciò evita che, attraverso dichiarazioni di coscienza individuale, si possa non dar corso all’attuazione. Non solo i sindaci possono ora trascrivere le unioni, ma possono essere delegate altre figure che rivestono altra qualifica. “Si evita i questo modo il rischio che si paralizzi l’attuazione della normativa” prosegue Frattini;
– secondo il suggerimento del Consiglio di Stato dovranno essere varati insieme il decreto sui Registri e quello che deve emanare il Ministero degli interni relativo alle formule da usare.”Sarà così possibile in 15 giorni registrare la prima unione civile”, rileva Frattini.
– altro interessante elemento che affiora dal parere del Consiglio di Stato è il suggerimento di sottoporre al parere del Garante della privacy, da qui a dicembre, l’impianto complessivo delle norme in materia dal momento che vengono utilizzati dati sensibili;
– ultima indicazione emessa è quella relativa al compimento di un monitoraggio sul funzionamento del decreto, oltre alla produzione di circolari informative”.

“Se il governo si muovesse subito – spiega Frattini – ragionevolmente prima di Ferragosto” potranno essere celebrate le prime unioni gay in Italia. “Noi auspichiamo – continua Frattini- che il governo faccia presto. Si tratta di un provvedimento di cui c’era assolutamente urgenza e che con il nostro parete oggi può essere eseguito immediatamente e consente a chi ha già presentato domanda ai comuni di avviare il procedimento”.
La corsa è pertanto iniziata, il decreto ponte ha pertanto ora pieno effetto: quale sarà il primo Comune a celebrare le unioni civili e poter così tagliare il traguardo di una data storica?

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