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Controllo negli enti locali su partecipate e perdite
Autonomie. La Corte dei conti sui bilanci 2009

Fonte: Il Sole 24 Ore

MILANO – Diventa sempre più ampio e puntuale il controllo che la corte dei conti prova a mettere in atto sulle partecipazioni di comuni e province con l’aiuto dei revisori dei conti. Il nuovo capitolo delle verifiche arriva con le Linee guida ai questionari sui bilanci consuntivi, diffuse ieri dalla sezione Autonomie della magistratura contabile per il monitoraggio complessivo su tutti i conti degli enti locali introdotto dalla finanziaria 2006 (articolo 1, commi 166 e seguenti della legge 266/2005). Il dato inedito di questa nuova edizione del controllo sui consuntivi è offerto dal completamento dei due sistemi informatici (Sirtel sui certificati di bilancio, e Siquel sui questionari forniti negli anni scorsi dai revisori contabili) nati per offrire un database complessivo delle ultime verifiche e per mettere a confronto immediato i conti locali. La nuova infrastruttura permette di ampliare senza troppe difficoltà tecniche il novero delle richieste, che ormai si estende a tutte le «partecipazioni» di comuni e province, intese nel senso più ampio. Il tema si intreccia con la manovra correttiva in fase di conversione al Senato, che prova a mettere un freno a ricapitalizzazioni e operazioni straordinarie in favore delle partecipazioni in difficoltà; difficoltà che, come mostrato dall’ultima indagine ad ampio raggio appena pubblicata dalla magistratura contabile (si veda Il Sole 24 Ore del 1° luglio) portano in rosso ogni anno il 40% delle società locali, mentre il 22% di loro non raggiunge mai il pareggio nel triennio. I revisori, specificano le linee guida, sono chiamati dalla corte a fare la radiografia non solo alle partecipate, ma pure alle società «controllate» anche senza una partecipazione diretta, ad aziende speciali, istituzioni, fondazioni, consorzi e unioni di comuni. Nei questionari vanno indicate le spese sostenute dall’ente locale in favore di tutti questi soggetti, distinguendole fra oneri legati a contratti di servizio, trasferimenti in conto esercizio o capitale, fideiussioni e altri strumenti. Un’attenzione specifica è dedicata alle perdite: gli aumenti di capitale in caso di perdita vanno indicati separatamente dagli altri, e così le coperture, e in un elenco a parte vanno censiti denominazione, forma giuridica e quota di partecipazione delle realtà che hanno il bilancio colorato di rosso. Se la realtà in perdita è una società di servizi pubblici locali o una strumentale, l’indagine si fa ancora più approfondita e chiede di indicare l’evoluzione di capitale sociale e il risultato d’esercizio per ogni anno dell’ultimo triennio. In una sezione a sé sono invece confinate le partecipazioni caratterizzate da disavanzi ancora più gravi, che arrivano a intaccare il 33% del capitale o lo porta sotto i minimi di legge (articoli 2446 e 2447 del Codice civile); in questo caso i questionari chiedono dati anche sull’eventuale utilizzo di riserve per il ripiano.


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