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Manovra blindata, oggi la fiducia
La manovra in Parlamento - Le modifiche dell'esecutivo

Fonte: Il Sole 24 Ore

ROMA – Il governo pone al Senato la questione di fiducia sul maxiemendamento del relatore, con alcune limitate correzioni al testo della manovra correttiva varato dalla commissione Bilancio, e dall’opposizione il Pd risponde proclamando per il 16 e 17 luglio due giornate di mobilitazione nazionale. Si chiude così il primo, decisivo passaggio parlamentare per il decreto varato lo scorso 25 giugno dal consiglio dei ministri. La manovra biennale da 24,9 miliardi, negli intendimenti del ministro dell’Economia, Giulio Tremonti, dovrebbe consentire di ridurre il deficit dal 5% del 2010 al 3,9% nel 2011 e al 2,7% nel 2012, in linea con gli impegni assunti in sede europea. Il voto è atteso per questa mattina, poi toccherà alla Camera che esaminerà un testo sostanzialmente blindato. Si profila anche a Montecitorio il ricorso al voto di fiducia sul decreto, che comunque dovrà essere convertito in legge entro il 29 luglio. «Non so se sia un’ideologia, ma l’austerità certamente è una necessità e una responsabilità», ha commentato Tremonti. Il decreto in sostanza serve a ridurre il deficit, ma l’austerità è tutt’altro che conclusa da noi come in tutta Europa. «La crisi ha segnato il passaggio necessario a una diversa visione, in un’Europa che produce più debito che ricchezza, più deficit che Pil», ha aggiunto Tremonti nel corso del suo intervento all’assemblea di Confcooperative. In questo senso, la manovra che sta per affrontare l’esame della Camera è «il primo atto di condivisione della necessità del cambiamento rispetto al passato». Di fronte alla crisi «nell’insieme il paese ha tenuto, tiene, e terrà. Nessuno ha avuto l’idea di una rottura del clima di coesione sociale. E questo è dovuto ad un profondo senso di responsabilità nel paese». Per il relatore Antonio Azzollini, la manovra contiene diversi provvedimenti «strutturali, tra cui quello delle pensioni che per i nostri conti pubblici rappresenta una vera e propria stabilizzazione di lungo periodo». Tesi che l’opposizione non condivide affatto: «È intollerabile – commenta Anna Finocchiaro, capogruppo del Pd a Palazzo Madama – che si faccia una manovra che fa pagare tanto, anche sotto il profilo dei diritti sociali, ai cittadini più deboli e che i grandi redditi non paghino nulla ». “Intollerabile” è altresì il ricorso alla fiducia su una manovra «senza strategia politica, dove l’unica strategia è quella contabile dei tagli». Anche il leader dell’Udc Pier Ferdinando Casini critica la manovra: «È inevitabile ma costruita male. I tagli lineari sui bilanci regionali saranno pagati dai cittadini in termini di erogazione di servizi». In più – a parere di Casini – c’è «il buco nero delle quote latte. Non si può privilegiare chi per anni non ha pagato a scapito dei cittadini». «Sono istituzionalmente rispettoso di quanto sta avvenendo in Senato – aggiunge il ministro delle Politiche agricole Giancarlo Galan sul tema delle quote latte – e non mi sento di aggiungere altro su di una vicenda che comunque mi lascia sconcertato». Come previsto, le correzioni sono state apportate per gran parte nel corso dell’esame in commissione Bilancio. All’aula, il compito di ratificarle con il voto di fiducia. Sono stati utilizzati oltre 675mila fogli di carta, che coprono una distanza di 195 chilometri. Novanta le ore di dibattito per discutere 3.020 emendamenti di cui solo 83 hanno ricevuto il via libera. Come da consuetudine, alla Ragioneria il compito di fornire in tempo reale il quadro delle coperture agli emendamenti del relatore concordati con il governo. Sull’argomento è intervenuto ieri alla Camera il ragioniere generale dello stato, Mario Canzio: «Ci vengono sottoposte relazioni tecniche talvolta lacunose, talaltra qualitativamente scadenti. Alcune relazioni contengono informazioni e dati sufficienti ad acquisire una ragionevole certezza in ordine agli effetti finanziari. Altre presentano elementi di dettaglio che a volte possono risultare anche eccessivi e ridondanti». Canzio contesta quanti «mettono in discussione l’operato della Ragioneria. Come primo rappresentante della Ragioneria, posso solo dire di sentirmi come la moglie di Cesare».


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