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Dal 2011 case obbligate alla certificazione acustica
Immobili. La norma Uni 11367 detta le regole per i collaudi

Fonte: Il Sole 24 Ore

Dal 2011 chi vorrà vendere o affittare un alloggio dovrà dotarlo, oltre che della certificazione energetica, anche della certificazione acustica. L’obbligo verrà introdotto dal provvedimento atteso in autunno, che recepirà la norma Uni 11367 («Acustica in edilizia – Classificazione acustica delle unità immobiliari – Procedura di valutazione e verifica in opera» consultabile sul sito www.uni.com) che l’ente nazionale italiano di unificazione sta per pubblicare. La classificazione acustica di un’unità immobiliare (che sia un appartamento o un’abitazione monofamiliare), diventerà quindi necessaria. L’evoluzione normativa in atto, infatti, preceduta anche da leggi regionali recenti (come la legge 34/2009 della Calabria) prevede che ogni unità immobiliare abbia una certificazione acustica che attesti la classe acustica di appartenenza. È un concetto similare a quello della certificazione energetica, ma con alcune profonde differenze; la principale è costituita dal fatto che mentre il certificato energetico è redatto sulla base di calcoli, il certificato acustico è redatto sulla base di una prova (collaudo) effettuata in tutti i vani dell’appartamento. Dai risultati ottenuti in tutti i vani, considerato il margine di incertezza delle misure e fatta una media si ricaverà un indice che permetterà la classificazione acustica in quattro classi dell’unità immobiliare. Conseguentemente i costi di certificazione acustica saranno ben diversi rispetto a quelli di un certificato energetico ( da cinque a dieci volte di più) e, in più, la certificazione acustica avrà validità limitata nel tempo. La Uni 11367 sarà citata esplicitamente nella norma in arrivo in autunno ed è per questo che assume particolare rilevanza. Spiega come eseguire i collaudi acustici degli edifici consentendo di informare i futuri proprietari/ abitanti sulle caratteristiche acustiche della stessa e di tutelare i vari soggetti che intervengono nel processo edilizio (progettisti, produttori di materiali da costruzione, costruttori, venditori, eccetera) da possibili successive contestazioni. La norma si applica a tutti i tipi di edifici, tranne a quelli a uso agricolo, artigianale e industriale. Nell’ambito di applicazione della norma, i requisiti acustici di ospedali, cliniche, case di cura e scuole sono definiti da una specifica appendice. Sono previste quattro differenti classi di efficienza acustica, dalla classe 1, che identifica il livello più alto (più silenzioso), alla classe 4 che è la più bassa (più rumoroso): va considerato che, seppure il livello prestazionale “di base” è rappresentato dalla terza classe, la stragrande maggioranza degli edifici italiani esistenti non raggiunge neppure la quarta classe. L’attuale decreto vigente, il Dpcm 5 dicembre 1997, stabilisce valori univoci di riferimento molto prossimi a quelli della terza classe della Uni. La valutazione complessiva di efficienza acustica di ogni unità immobiliare nasce da valutazioni per ogni singolo requisito; sono oggetto di classificazione l’isolamento di facciata, l’isolamento rispetto ai vicini (sia per i rumori aerei, sia per i rumori di calpestio) e il livello sonoro degli impianti. Nel caso degli alberghi sono considerati altresì gli isolamenti acustici fra ambienti della stessa unità (per esempio tra le camere). La norma sulla classificazione acustica degli edifici migliora il quadro delle informazioni a disposizione dell’utente del bene edilizio. Quadro che, con il meccanismo della classificazione graduata, conferisce al bene un nuovo valore economico legato alla capacità dello stesso di soddisfare esigenze spesso immateriali (comfort, privacy, emissioni CO2, consumo materiali).


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