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Costi standard più accessibili al Sud
Federalismo - Le tre regioni benchmark saranno scelte da una rosa delle migliori cinque: una potrebbe essere del Mezzogiorno

Fonte: Il Sole 24 Ore

ROMA – Il governo sta pensando di spostare l’asticella dei costi standard. Un po’ in alto, inserendo tra i benchmark le regioni che erogano prestazioni al di sopra della media; un po’ in basso, auspicando che del paniere di tre territori “virtuosi” faccia parte anche un’amministrazione del Mezzogiorno. Per ora è solo un’ipotesi. Da approfondire nei prossimi giorni quando il ministro della Semplificazione Roberto Calderoli e i governatori torneranno a sedersi allo stesso tavolo in cerca della “quadra” su due (fisco regionale e provinciale e costi standard sanitari) dei tre decreti attuativi in rampa di lancio. Ben consapevoli che il nodo principale resta la sanità. La bozza circolata nei giorni scorsi – che individuava i benchmark nei soli territori in equilibrio finanziario – prevedeva un meccanismo che rischiava di tagliare fuori sia una regione cara alla Lega (il Veneto) sia una che fornisce servizi oltre gli standard (l’Emilia Romagna). Da qui la scelta di Calderoli di inserire, in una nuova bozza già inoltrata ai governatori, un paniere con le cinque regioni (su cui si veda Il Sole 24 Ore del 17 settembre) che nel 2011 vanteranno bilanci a posto per asl e ospedali e avranno ottenuto il bollino di qualità sulle prestazioni offerte. Individuata la cinquina toccherebbe poi alla Conferenza unificata sceglierne tre. La bozza si ferma qui. Ma l’esecutivo vorrebbe andare oltre, facendo in modo che almeno un componente del terzetto sia meridionale. Se così fosse l’asticella degli standard da garantire e perequare al 100% lungo tutto lo Stivale finirebbe inevitabilmente per abbassarsi. E dunque per risultare più accessibile da parte del Mezzogiorno. Resta da capire chi potrebbe avere le physique du rôle visto lo stato in cui versano i conti sanitari al Sud. Nello stesso provvedimento potrebbe trovare posto l’obbligo per i governatori, sei mesi prima della scadenza del mandato, di certificare i bilanci sanitari. Pena la rimozione. A confermarlo è stato ieri lo stesso Calderoli durante un convegno organizzato a Roma dalla fondazione della libertà per il bene comune, vicina al ministro delle Infrastrutture Altero Matteoli. In quella sede l’esponente del Carroccio ha annunciato che ci saranno novità anche nel decreto sulla finanza regionale e provinciale. Per incentivare le regioni a combattere l’evasione fiscale, Calderoli vuole attribuire loro «per i prossimi cinque anni il 50% dell’Ires» recuperata dall’erario grazie ai corretti accertamenti regionali sull’Irap. L’obiettivo di Calderoli è quello di riuscire a portare almeno quest’ultimo decreto in Consiglio dei ministri la prossima settimana. Magari in abbinata a quello sui costi standard sanitari. Per il terzo dlgs (costi standard di istruzione e assistenza) invece bisognerà aspettare ancora. Del resto il ministro della Semplificazione ha dichiarato che conta di varare in via preliminare tutti i provvedimenti entro ottobre. Così da incassare, tra gennaio e febbraio 2011, l’ok all’«impianto definitivo».


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