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Torino mette all'asta altri immobili
Dismissioni - Le strategie di Chiamparino

Fonte: Il Sole 24 Ore Nord-Ovest

TORINO – Tornano i saldi di fine stagione al Comune di Torino che, con l’avvicinarsi della fine dell’anno e quindi del prossimo consuntivo, si appresta a mettere in vendita una fetta delle sue proprietà per «mettere ordine nel patrimonio», come affermano dagli uffici della divisione competente. Ma soprattutto per dare ossigeno, anche grazie ai proventi derivanti dall’urbanizzazione (60 milioni la previsione per il 2010) a un bilancio sempre più provato. Il Comune – dal 2003 a oggi – ha incassato attraverso le dismissioni immobiliari circa 350 milioni di euro. Due nuove aste dovrebbero avere luogo entro fine anno – con una base che si aggira sui 60 milioni – a cominciare da novembre, con quella relativa ad alcune proprietà della società Cartolarizzazione Comune di Torino. L’apertura delle buste con le offerte per i cinque lotti in vendita – acquistabili anche in un unico blocco – con un valore complessivo di 40,6 milioni, fissata per venerdì, è temporaneamente slittata. La scorsa settimana, infatti, la giunta ha deciso di modificare la cubatura disponibile nel primo lotto, quello indicato come via Giordano Bruno 159, sul quale era prevista una capacità edificatoria di 47mila mq, spostandone 17mila su un altro lotto, quello di via Guala-via Monte Pasubio. «La decisione è nata dal fatto che nel primo lotto si sarebbe avuta una densità fondiaria eccessiva, anche considerando che lì vicino ci sono le storiche arcate degli ex Mercati generali – afferma l’assessore all’Urbanistica Mario Viano -. Nelle prossime settimane la delibera sarà sottoposta al voto del consiglio ed entro fine mese l’asta avrà luogo». Intanto sui siti delle società incaricate di gestire le vendite, Yard e IPI Intermediazione, una decina di potenziali acquirenti avevano manifestato interesse, registrandosi per poter accedere alle informazioni più dettagliate sulle proprietà in vendita. I primi due lotti, via Giordano Bruno (che include anche un rifugio antiaereo della Seconda guerra mondiale, la cui proprietà rimarrà alla Città) e via Guala-via Monte Pasubio partono rispettivamente da una base d’asta di 19 e 5,9 milioni e una superficie che nel primo caso supera i 14.800 mq e nel secondo i 7.300: per entrambe la destinazione prevista è un mix tra servizi e residenziale, con prevalenza di quest’ultimo. L’altro immobile di valore consistente è l’ex complesso industriale di circa 12mila mq (base d’asta 11,7 milioni) in corso Spezia, che oggi ospita la scuola del Corpo di polizia municipale. Attualmente indicata come zona residenziale mista, con una forte presenza di attività produttive, la variante prevede anche qui l’uso abitativo e per servizi fino a un massimo di 20mila mq. Sul quarto lotto, sito in via Anselmetti-Strada del Drosso (14mila mq per 3,2 milioni), è prevista una destinazione esclusivamente per i servizi terziari e ricettivi, mentre in corso Chieri è in vendita, per una cifra di partenza stimata in 576mila euro, una palazzina di due piani con terreno annesso (770 metri quadrati) che ospita alcuni impianti della Smat. Nei prossimi giorni, poi, il Comune dovrebbe pubblicare il bando per la seconda asta attraverso la quale intende vendere una serie di terreni e alloggi singoli per un ammontare di 9 milioni, oltre ad alcuni immobili più importanti come la vecchia caserma dei Vigili del fuoco di corso Regina Margherita (già messa in gara senza fortuna alcuni anni fa), il cui valore di partenza dovrebbe essere di otto milioni. In più, con una base d’asta di un milione, sarà in vendita anche una parte dell’area ex Incet, nella Spina Tre, destinata a ospitare appartamenti e servizi, e un’immobile in via Baltimora, valore due milioni di euro, anch’esso riproposto per la seconda volta e destinato a servizi. Il ricorso alle alienazioni è una pratica abbastanza consolidata. Accanto agli interventi di valorizzazione degli immobili. Uno degli strumenti utilizzati è il Fondo Città di Torino, costituito con una quota di un terzo ciascuno dal Comune, l’immobiliare Pirelli RE e Equiter, società del Gruppo Intesa San Paolo che svolge anche il ruolo di consulente e partner finanziario. Al Fondo, operativo da dicembre 2007, il Comune ha conferito 18 immobili per 131 milioni e un totale di 80mila mq di superficie commerciale, di cui al momento è stato venduto solo palazzo Villa, che affaccia su piazza San Carlo e rappresentava circa un quarto del valore iniziale del fondo. La valorizzazione degli altri edifici procede attraverso interventi di restauro e riqualificazione a scopo residenziale, come sta avvenendo per l’ottocentesco Palazzo Ceppi, tra via dell’Arsenale e corso Matteotti. Così sarà anche per l’ex mercato dei fiori in via Perugia.


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