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Wi-fi, liberalizzazione a metà
Stop alla proroga del divieto. Anche se nella nuova norma mancano le abrogazioni espresse

Fonte: Italia Oggi

Non sarà più necessaria la licenza del questore per offrire l’accesso ad internet in modalità wireless in bar, hotel ed altri esercizi commerciali. E’ questo per il momento l’unico effetto della norma sul wi-fi libero inserita dal governo all’interno del ddl che, assieme a un decreto legge, compone il pacchetto sicurezza approvato venerdì scorso dal consiglio dei ministri (si veda ItaliaOggi del 5/11/2010). La novità, che secondo il ministro dell’interno Roberto Maroni, darà finalmente impulso alla diffusione del wi-fi nel nostro paese, manda in soffitta le restrizioni del decreto Pisanu (dl n.144/2005 convertito nella legge 155/2005) approvato sulla scia emotiva degli attentati alla metropolitana di Londra del 7 luglio 2005. Il provvedimento d’urgenza, recante «Misure urgenti per contrastare il terrorismo internazionale» prevede all’art.7 che «chiunque intende aprire un pubblico esercizio o un circolo privato di qualsiasi specie, nel quale sono posti a disposizione del pubblico, dei clienti o dei soci apparecchi terminali utilizzabili per le comunicazioni anche telematiche, deve chiederne la licenza al questore. La licenza non è richiesta nel caso di sola installazione di telefoni pubblici a pagamento, abilitati esclusivamente alla telefonia vocale». La norma, particolarmente restrittiva, rappresenta un unicum tutto italiano, non essendo presente in nessun altro paese occidentale, neppure dove sono più rigorose le disposizioni contro il terrorismo. E sarà anche per questo che l’orizzonte temporale della stretta introdotta dall’ex ministro dell’interno doveva terminare il 31 dicembre 2007, ma poi è stato di anno in anno prorogato fino al 31 dicembre 2010. Oltre non si andrà. E dal 1° gennaio 2011, indipendentemente dall’iter più o meno spedito del disegno di legge o dall’eventuale inserimento della riforma nel dl per anticiparne gli effetti, l’obbligo di richiedere la licenza al questore andrà in pensione. Non così quello di identificazione e archiviazione delle generalità degli internauti che, non essendo legato a una scadenza temporale, resterà in piedi fino a quando non sarà espressamente abrogato da una norma di legge. L’identificazione degli utenti potrà avvenire attraverso un meccanismo di autenticazione tramite sms. Gli utenti riceverebbero sul proprio cellulare una password temporanea per accedere alla rete. Ma anche questa, secondo gli esperti, non sarebbe una grande novità, perché sarebbe già consentita dal decreto Pisanu 2007 in alternativa alla presentazione della carta d’identità. E a proposito di Carta d’identità, Maroni ha annunciato l’intenzione del governo di rilanciare la Carta di Identità elettronica che, diventerà un «documento di sicurezza», del quale tutti i cittadini dovranno dotarsi. La Cie sarà «obbligatoria, anche per i neonati» e potrà essere usata per tutte le applicazione di sicurezza. «Sarà prevista la «registrazione delle impronte digitali e daremo ai comuni gli strumenti per farlo. Entro fine legislatura daremo corso al nuovo strumento che potrà essere usato anche per il voto elettronico», ha dichiarato il ministro dell’interno.


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