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«Napoli rischia il disastro»
L'ALLARME DI PECORELLA - Escluse le infiltrazioni dei clan

Fonte: Il Sole 24 Ore

NAPOLI – Rischio «disastro ambientale» a Napoli se entro due settimane non sarà trovata una soluzione alla raccolta dei rifiuti. Senza interventi la quantità di «monnezza» nelle strade della città e della provincia a fine mese raggiungerà le 60mila tonnellate. È lo scenario indicato dal presidente della commissione parlamentare d’inchiesta sulle ecomafie, Gaetano Pecorella, che ieri era in Campania per effettuare sopralluoghi e audizioni, tra cui quella del sindaco Rosa Russo Iervolino. «Se non si trova adesso una soluzione per smaltire i rifiuti nelle altre province, è chiaro che in un territorio con 60mila tonnellate di immondizia a terra c’è un disastro ambientale. Oggi non è così ci sono 8-9mila tonnellate che sono smaltibili se il territorio è quello della Regione Campania» ha detto Pecorella che ipotizza dunque di smaltire i rifiuti della provincia di Napoli nelle discariche e nei siti della regione. Gli amministratori locali, infatti, hanno chiesto la deroga della “provincializzazione” del trattamento dei rifuti. Il modello da seguire, secondo il presidente della commissione d’inchiesta, è quello della Germania dove «il 60% dei rifiuti si riutilizza. Questo è il modello a cui si deve arrivare, ma non si può fare – ha concluso – da un momento all’altro». Pecorella ha spiegato che, al momento, non ci sono elementi per ritenere che vi siano infiltrazioni dei clan della camorra nell’attuale crisi nella gestione della spazzatura. Tra le audizoni di ieri c’è stata anche quella di procuratore capo Giandomenico Lepore. «I magistrati non hanno elementi per ritenere che la camorra possa avere interessi, attualmente, nel settore della raccolta e nel ciclo dei rifiuti» ha riferito Pecorella. «Al momento – ha detto lo stesso procuratore Lepore ai giornalisti – non ho elementi per dire che questa emergenza sia gestita dalla camorra. In questo caso si tratta di un’inefficienza nella gestione del ciclo dei rifiuti che dura da 20 anni». Il sindaco Iervolino ha chiesto «la soldiarietà» delle altre province: «Occorrerebbero 10-15 giorni. Quello che è importante è che si continui a lavorare insieme, Regione, Province e Comune, con la struttura del generale Mario Morelli, in accordo con governo e Parlamento, poi cercheremo le soluzioni». L’assessore regionale all’Ambiente, Giovanni Romano, nell’audizione in commissione ha pronosticato che se le altre province campane rispetteranno il principio della solidarietà, la città potrà essere ripulita «al 90% entro il 19 novembre». «Di qui a venerdì, in base al dispositivo sottoscritto con le Province, sversiamo 300 tonnellate di frazione organica a Savignano Irpino, 300 a San Tammaro e – ha detto Romano – cerchiamo di chiudere per 150 tonnellate di frazione stabilizzata a Benevento. Così , dovremmo eliminare almeno il 90% dei rifiuti accumulati in strada». Intanto, il prefetto Andrea di Martino ha invitato il sindaco di Terzigno, Domenico Auricchio, a rivalutare l’ordinanza che inibisce a 18 comuni, compreso il suo, lo smaltimento dei rifiuti nella discarica dell’ex cava Sari. R.E.


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