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I comuni minori restano «holding»
Società controllate

Fonte: Il Sole 24 Ore

ROMA – «Ai fini dell’applicazione» dell’addio alle partecipate nei comuni medi e piccoli, «non si applicano le disposizioni» che imponevano la cessione delle società. Con un filo di ironia involontaria, il correttivo alla legge di stabilità sterilizza lo stop ai «comuni-holding» scritto a luglio nella manovra correttiva. Resta magro, invece, il bilancio del patto di stabilità, perché non riesce a entrare nel testo finale lo sconto ulteriore da 360 milioni che gli amministratori locali giudicano “liberati” dall’abrogazione delle norme speciali per gli enti partecipati. Poche le novità anche sul personale, perché l’unica deroga al blocco del turn over al 20% riguarda le assunzioni nella polizia municipale. Sulle società, la regola che dovrebbe ottenere oggi il primo via libera alla Camera cambia idea sull’obbligo generalizzato di cessione delle partecipazioni detenute dai comuni fino a 30mila abitanti. Nella manovra di luglio si era deciso che questi enti (sono 7.786, il 96% dei comuni italiani, e gestiscono oltre 4mila società in cui siedono più di 14mila amministratori) avrebbero dovuto abbandonare la giacchetta da imprenditori, evitando di costituire nuove società e liquidando entro fine 2011 le quote delle aziende già esistenti. Ora la camera cambia rotta, e salva dalla tagliola tutte le società che abbiano chiuso gli ultimi tre bilanci in utile. La novità serve a evitare una cessione forzata di aziende che producono ricchezza per i bilanci locali, ma rende ancora più difficile l’applicazione effettiva del «taglia-società» finito in Gazzetta Ufficiale meno di quattro mesi fa: sul mercato resterebbero solo le aziende con i conti zoppicanti, per le quali non è facile trovare un compratore. L’ulteriore via di fuga, comunque, è già scritta nella stessa norma: ai comuni basta mettersi insieme nelle partecipazioni per superare la soglia dei 30mila abitanti, e la società è salva. Sul resto, invece, le novità sono minime. Per quel che riguarda il personale i comuni spuntano una mini-deroga al blocco del turn over: la regola che permette dal 2011 una sola assunzione ogni cinque uscite non azzopperà il reclutamento della polizia municipale nelle amministrazioni che hanno rispettato il patto e che registrano una spesa di personale non superiore al 35% delle uscite correnti. Nulla da fare, almeno per il momento, per le altre richieste dei sindaci. Non entra nel testo lo sconto ulteriore da 360 milioni che secondo i comuni si sono liberati con l’abrogazione delle norme speciali per gli enti commissariati; l’unica correzione, oltre al rientro della norma che esclude le entrate da alienazioni, prevede che i 470 milioni in più stanziati dal maxiemendamento non vadano tutti all’Expo di Milano e agli altri «impegni internazionali» delle città, ma servano anche a «distribuire in modo equo il contributo dei comuni alla manovra». Una petizione di principio, che potrà essere riempita di contenuti solo con il decreto che a gennaio dovrà distribuire questi fondi.


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