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Più ricca la dote Cdp per le imprese
Piano industriale 2011-2013 - Salgono oltre i 40 miliardi (+29%) i fondi destinati a enti territoriali, infrastrutture e aziende

ROMA – Ruolo sempre più «centrale» a sostegno delle imprese, leader «determinante» nella veste storica di finanziatore degli investimenti degli enti territoriali, «catalizzatore» dello sviluppo delle infrastrutture con il project financing e il partenariato pubblico-privato e «operatore di riferimento nella finanza a lungo termine». Sono questi gli obiettivi a tutto tondo che si è posta la Cassa depositi e prestiti approvando ieri un piano industriale 2011-2013 che punta a una serie di target: lo stanziamento di oltre 40 miliardi di nuove risorse rispetto ai 33 miliardi dei tre anni precedenti e dunque in crescita del 29%; stock di impieghi alla clientela in aumento a 108 miliardi rispetto ai 92 di fine 2010; una raccolta postale che si attesterà a quota 256 miliardi dai 207 dello scorso anno e per la quale viene garantita la massima tutela e la stabilità; un utile netto che dovrebbe lievitare a circa 2 miliardi annui alla fine del triennio. Una supercassa, dunque, sempre più impegnata nella crescita e nello sviluppo del paese con interventi crescenti diretti e indiretti a sostegno delle imprese private, in particolar modo le Pmi, mentre gli enti locali e territoriali vedono ridursi la capacità di indebitamento per investire in infrastrutture, causa patto di stabilità interno e vincoli della finanza pubblica. Il consiglio di amministrazione della Cdp ieri ha approvato di slancio questo piano industriale che, oltre a puntare sul consolidamento dell’attività classica di finanziamento a lungo termine, intende rispondere – come spiegato in un comunicato – alle «sfide poste dall’evoluzione del mercato», con risorse ridotte rispetto al fabbisogno degli investimenti e costo del capitale in aumento. Le risposte della Cassa, in aggiunta ai 40 miliardi di risorse, prevedono il decollo di nuove iniziative e strumenti innovativi tra i quali un’attività inedita nella valorizzazione del patrimonio degli enti, il supporto stile-Kfw delle attività delle imprese italiane all’estero, la partecipazione a progetti europei per la tutela dell’ambiente, il supporto degli investimenti degli enti in risparmio energetico per ridurre la spesa corrente, investimenti in fondi di private equity nelle infrastrutture greenfield, in aggiunta al fondo F2i per il brownfield. La ripartizione della “torta” da oltre 40 miliardi, per la precizione 43, è stata fatta concentrando l’attività della Cassa in tre grandi macro-aree. Sono previsti nuovi prestiti per circa 18 miliardi per finanziare gli enti territoriali (comuni, province, regioni e comunità montane), confermando l’interesse della Cdp nell’attività tradizionale che ha caratterizzato i suoi 160 anni di storia. Le erogazioni sono in linea con il passato (6 miliardi l’anno) ma porteranno a un marginale incremento della quota di mercato della Cassa. Il finanziamento delle infrastrutture sarà pari a 11 miliardi, contro i 6 del triennio precedente. In aggiunta, raddoppieranno i volumi dei nuovi impieghi a sostegno delle imprese, raggiungendo i 14 miliardi. Un obiettivo prioritario del piano, ha precisato la Cassa, sarà quello di «garantire la stabilità della raccolta postale» oltre a quella sul mercato. La raccolta netta tra bruoni e libretti postali sarà pari a circa 36 miliardi, con l’introduzione di nuovi prodotti di investimento con orizzonti temporali di lungo periodo. La Cdp intende raggiungere i target presidiando i rischi e l’uso del capitale, raddoppiando gli investimenti tecnologici e rafforzando l’organico ma mantenendo l’efficienza operativa con un rapporto tra costi e ricavi inferiore al 5 per cento.


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